Secondo l’Unione africana “la nuova frontiera del rinascimento africano” è l’economia blu.
Lo sottolinea il Centro Giuseppe Bono, per il quale l’economia connessa con il mare sarebbe l’unica potenzialmente in grado di trasformare risorse praticamente inutilizzate e ignorate nel vero driver di produzione di ricchezza, occupazione e di netto miglioramento della qualità della vita. Il Centro, anche in vista della imminente presentazione del Piano del mare da parte dell’Italia e dall’avvio da parte del governo italiano di una politica pan-africana, ha raccolto dati provenienti da diverse fonti da porre a base di un’analisi complessiva dell’Africa Blu.
Secondo un recente rapporto dell’Onu, Africa significa:
- 38 – numero di Stati costieri
- 90% – volume di importazioni ed esportazioni effettuate via mare
- 100 miliardi di dollari – valore aggiunto stimato generato dal turismo costiero entro il 2030
- 49 milioni – numero di posti di lavoro attualmente generati nei settori dell’economia blu
- 405 miliardi di dollari – valore previsto dell’economia blu africana entro il 2030
Secondo il rapporto del maggio scorso dalla Banca Mondiale, l’economia blu nel mondo avrebbe un valore di oltre 1.500 miliardi di dollari all’anno e garantirebbe oltre 30 milioni di posti di lavoro (“dato palesemente sottostimato”).
Secondo le più recenti previsioni dell’OCSE, la blue economy potrebbe raggiungere e superare i 3.000 miliardi di dollari entro il 2030.
“Tornando all’Africa, oltre il 90% delle importazioni e delle esportazioni africane avviene via mare e alcune delle porte più strategiche per il commercio internazionale si trovano in Africa. Le zone marittime sotto la giurisdizione dell’Africa ammontano a circa 13 milioni di chilometri quadrati, compresi i mari territoriali e circa 6,5 milioni di chilometri quadrati di piattaforma continentale”.
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, l’energia rinnovabile degli oceani potrebbe soddisfare fino al 400% dell’attuale domanda energetica globale.
L’economia blu può quindi svolgere un ruolo importante nella trasformazione strutturale dell’Africa, ma è indispensabile “una migliore comprensione delle enormi opportunità che emergono investendo e reinvestendo negli spazi acquatici e marini dell’Africa”.