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Purgatori e la Sanità che deve rimanere pubblica

by Piera De Prosperis
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Avevo pensato di scrivere un ricordo di Andrea Purgatori come giornalista e autore di trasmissioni televisive. Mi ero ripromessa di celebrarne la correttezza, la serietà e l’impegno civile nel seguire e continuamente porre all’attenzione del lettore/spettatore casi difficili, misteri italiani che seguiva con la rara lucidità di chi non cerca lo scoop occasionale ma di chi fa della ricerca storica la via per conoscere i mali di una società troppo avvezza a dimenticare il passato. Mi ero fermata sotto il diluvio di parole belle e piene di rimpianto di amici e colleghi. Si era già detto tutto.

Ma la denuncia che i familiari hanno sporto contro due note cliniche romane per errata diagnosi e cura mi ha spinto a fare alcune considerazioni. Trattato in modo sbagliato per metastasi cerebrali non accertate. Sembra quasi che la vicenda personale tragica di Purgatori stia prendendo i connotati di una sua inchiesta: un caso di malasanità in cui la vittima è un personaggio eccellente che si era affidato a mani esperte che avevano già trattato situazioni simili. Come si può sbagliare diagnosi così clamorosamente? Forse il cronista di lungo corso avrebbe messo le mani in quel giro oscuro delle cliniche dove si accelerano i tempi delle operazioni e delle terapie, saltando mesi di lista di attesa negli ospedali sempre in affanno per mancanza di personale. Ognuno di noi nella sua storia personale ha avuto tristi esperienze in merito. La conclusione ancora più paradossale è che la vicenda si è conclusa in un ospedale pubblico dove Purgatori era stato trasferito in un ultimo estremo tentativo di salvezza.

Cosa avrebbe sottolineato la sua inchiesta, se mai al suo posto ci fosse stato un collega? Che ancora una volta la sanità pubblica è quella di cui ci fidiamo e che se in ultima analisi non fosse boicottata, se non ci fosse il caparbio tentativo da parte di quei cosiddetti poteri forti di affossarla, forse non avrebbe avuto senso scrivere questo articolo.

Quella breve e fulminante malattia di cui la famiglia ha parlato nel dare notizia della morte del proprio caro forse non sarebbe stata così fulminante se il sistema pubblico avesse funzionato diversamente. Sto esagerando? Comunque Purgatori non si sarebbe salvato? A margine di una tragedia del genere mi viene da pensare che, comunque, sanità e istruzione debbano restare pubbliche.

Anche il nostro paese è sulla via della trasformazione dei “diritti sociali” in privilegi plutocratici, uniformandosi al modello statunitense nel quale solo chi può permetterselo ricorre all’assicurazione sanitaria. Dobbiamo vigilare perché il sistema sanitario pubblico non venga smantellato come non succeda per la scuola, i due pilastri della democrazia.