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L’Accademia di Belle Arti di Roma al Campo Boario

by Alessandro Bianchi
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La sede dell’Accademia di Belle Arti di Roma a Via Ripetta

 

L’Accademia di Belle Arti di Roma ha alle spalle una lunga storia che parte dalla cinquecentesca Accademia del Disegno, passa per la Scuola delle Belle Arti istituita in epoca napoleonica sul modello della Académie-École di Parigi, e approda all’attuale configurazione attraverso varie trasformazioni avvenute all’indomani della proclamazione di Roma Capitale.

Se ne trova un’ampia ricostruzione densa di notizie e particolari nel volume curato da Pietro Roccasecca “Accademia di Belle Arti di Roma. Centoquaranta anni di istruzione superiore dell’arte in Italia” (De Luca Editori d’Arte, 2018).

All’interno di questa storia generale una particolare riguarda la sede dell’Accademia, che inizia in modo molto controverso a causa della sovrapposizione della proposta di costruire la sede nella medesima area di Valle Giulia in cui voleva costruire anche la Scuola Superiore di Architettura, che alla fine prevale.

All’Accademia non rimaneva che rassegnarsi ad usare l’edificio che le era stato assegnato fin dal 1845, il cosiddetto “Ferro di Cavallo” in Via Ripetta, che però era nato come complesso per abitazioni quindi non adatto ad accogliere le molteplici attività artistiche e, per di più, presentava difetti di costruzione che si manifestarono in modo dirompente nel febbraio 1935, costringendo a dichiarare inagibile gran parte dell’edificio.

Da quel momento la vicenda si dipana nel peggiore dei modi, con proposte, progetti e controversie varie che si accavallano per quasi settanta anni fino al punto di svolta nel 2003, allorché il Comune di Roma assegna in via provvisoria all’Accademia un’ampia area nel Campo Boario, parte rilevante del complesso del Mattatoio nel quartiere Testaccio: due padiglioni originariamente destinati all’esposizione degli animali per la vendita, due edifici con funzione di fienili e un imponente fabbricato destinato alle stalle del bestiame domito.

Inizia da allora un’altra vicenda che per essere compresa nella sua reale dimensione richiede di partire dalla centenaria storia del Mattatoio-Campo Boario e dalle scelte urbanistiche del PRG di Roma per il centro storico della città, per approdare al programma di interventi che l’Accademia sta portando avanti per realizzare la sua sede complementare a quella di Via Ripetta, programma che rappresenta una delle più importanti azioni di rigenerazione urbana attualmente avviate a Roma.

 

Il sito del Mattatoio – Campo Boario

 

Il Mattatoio-Campo Boario

L’idea di realizzare un Mattatoio in sostituzione di quello esistente in prossimità di Piazza del Popolo era già presente nel PRG di Roma del 1873 e diventa una compiuta proposta con il successivo del 1883 che individua la sua ubicazione in un’area compresa tra il Monte Testaccio, le Mura Aureliane e il Tevere in prossimità del Porto di Ripa Grande, un sito di straordinario valore storico e archeologico in prossimità degli antichi magazzini conosciuti come horrea lolliana (ca. 70 a.C.)

Horrea Lolliana

 

Il progetto viene elaborato dall’Arch. Gioacchino Ersoch che ne segue anche la realizzazione, il tutto nel breve arco di tre anni tra il 1888 e il 1891.

L’area complessivamente interessata era di 106.664 mq, di cui 50.858 destinati al Mattatoio e 55.786 al Campo Boario, al centro del quale era collocata una torretta circolare – il “panottico” – dalla cui sommità era possibile controllare i movimenti degli animali e le attività che si svolgevano nell’area.

Come si desume dall’ampia descrizione contenuta nel sito del Dipartimento di Architettura di Roma Tre (http://aut.uniromatre.it), già a partire da pochi anni dopo l’inaugurazione – nel 1909 – si susseguono una serie di trasformazioni dell’impianto originario che proseguono fino al 1953, mentre altre diverse seguono dopo la definitiva dismissione del complesso nel 1975.

 

Il complesso degli edifici

 

Il programma di rigenerazione urbana

Si avvia da allora un ampio dibattito scientifico e politico sul destino da assegnare a questo grande complesso, che sfocia nell’idea lanciata dal Comune di Roma di dare vita ad una “Città delle Arti”, coinvolgendo operatori diversi per generare funzioni diverse.

E’ in questa prospettiva che tra il 2000 e il 2013 il “Dipartimento di Architettura di Roma Tre” realizza all’interno di quattro padiglioni aule, laboratori, uffici e una biblioteca ; che nel 2002 all’interno di due padiglioni viene realizzata una sede del “Museo MACRO”; che nel 2007 si apre la “Città dell’altra economia”, al cui interno sono presenti ambienti dedicati all’esposizione e vendita di prodotti di agricoltura biologica e solidale, oltre ad una libreria, un caffè e un ristorante; che nell’edificio d’ingresso vengono aperte le sedi della “Scuola popolare di musica di Testaccio” e del “Centro anziani Testaccio”.

 

Il Macro Future

 

Tutti gli interventi vengono realizzati in coerenza con le scelte e gli indirizzi del vigente PRG, che ha inserito l’intero complesso nella zona di piano denominata “Città storica-Edifici e complessi speciali” , ulteriormente classificata come “C3-Grandi attrezzature e impianti post-unitari”, per la quale vengono indicati gli interventi consentiti.

 

L’aula convegni del Dipartimento di Architettura di Roma Tre

 

Dal canto suo la “Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma” svolge un’attenta e continua opera di sorveglianza per il rispetto dei vincoli monumentali e archeologici e per l’inserimento paesaggistico di tutto quanto si va realizzando all’interno del Mattatoio-Campo Boario.

Ed è in questa stessa prospettiva che fin dal 2003 l’Accademia di Belle Arti di Roma, che ha avuto in concessione provvisoria alcuni dei fabbricati, avvia un suo programma di interventi che nel 2011 rende disponibili per attività didattiche due padiglioni appositamente riqualificati e successivamente, nel 2021, avvia i lavori di restauro e riqualificazione di due fabbricati originariamente destinati a fienili, lavori attualmente in corso.

 

La sede al Campo Boario

 

L’ultima parte di questa emblematica vicenda di rigenerazione urbana si avvia nel 2022 a seguito di due importanti novità: l’atto di concessione per venti anni rinnovabili da parte del Comune di Roma all’Accademia dei fabbricati precedentemente dati in via provvisoria e la pubblicazione da parte del Ministero dell’Università di un bando destinato a finanziare la realizzazione di nuove sedi delle istituzioni per l’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica.

Di questa parte della vicenda ora in corso, parleremo in una prossima occasione.

 

I Padiglioni rigenerati