L’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, annovera il fotovoltaico a terra tra le forme di consumo di suolo. A quanto pare le associazioni ambientaliste sono divise sul tema. Quelle che si riconoscono nella Coalizione Art. 9, concordano con ISPRA. Svariate altre, tra cui Greenpeace Italia, Kyoto Club, Legambiente Italia e WWF Italia, ne contesterebbero le conclusioni in quanto “il FV, pur occupando il territorio, non consumerebbe suolo. Al contrario, lo preserverebbe, in diversi casi, da usi ben peggiori e non produrrebbe in questi alcun impoverimento di nutrienti, humus, biodiversità”.
A dirlo, ieri, è la Coalizione Art 9 che afferma: “A parte l’assurdità di considerare ipotetici futuri usi peggiori un motivo per coprire il suolo con pannelli solari, esistono molti studi che dimostrano il contrario…” E prosegue: “L’Agenzia Europea dell’Ambiente definisce consumo di suolo non solo l’estensione di aree edificate ma anche quella dei terreni soggetti a sfruttamento, soprattutto intensivo, da parte dell’agricoltura, della silvicoltura o di altre attività economiche. Una definizione che rimanda al concetto di “suolo naturale” che la copertura fotovoltaica compromette per decenni… Come si può pretendere che ISPRA venga meno alla definizione di consumo del suolo formulata ufficialmente dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, che è la “casa madre” delle agenzie di protezione ambientale dei paesi membri dell’Unione Europea?”
Sui tetti di ben 110.ooo stabilimenti industriali, già censiti, si potrebbero installare pannelli fotovoltaici di grande taglia capaci da soli di produrre potenza superiore alla metà del target fissato al 2030 dal piano Fit For 55. In buona sostanza non ci sarebbe assoluto bisogno di occupare il suolo.
Ergo, Coalizione Art 9 auspica che i titolari degli impianti realizzati sul suolo delle aziende agricole siano gli imprenditori agricoli stessi e non le aziende energetiche. Ed è a favore dei pannelli fotovoltaici sui tetti dei capannoni e delle abitazioni non gravate da vincoli di tutela e lungo le infrastrutture di comunicazione.
Queste le associazioni di Coalizione Art. 9: Altura, Amici della Terra, Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, AssoTuscania, Centro Parchi Internazionale, Comitato Nazionale del Paesaggio, Emergenza Cultura, ENPA, Gruppo Ambiente e Territorio Mongrassano, Gruppo d’Intervento Giuridico GRIG, Italia Nostra, L’Altritalia Ambiente AIA, Liberi Crinali, Memoria e Futuro, Mountain Wilderness, Movimento Azzurro, Pro Natura, Respiro Verde Legalberi, Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio, Salviamo l’orso OdV, Wilderness Italia.
Però, se si mettessero tutti d’accordo la gente ci capirebbe di più. E questo è fondamentale. O no?