Sul lungomare di Camogli, a luglio, Parole e voci sul mare: rassegna delle serate d’autore organizzata da Frame – Festival della Comunicazione. In questa edizione 2023, la terza, ci saranno Federico Rampini, Natasha Stefanenko, Andrea Colamedici e Maura Gancitano. Sabato 15, giovedì 20 e giovedì 27 luglio nella panoramica Quadrata Miramare affacciata sul mare nel centro di Camogli. Gli incontri saranno anche in diretta streaming sulla pagina Facebook Festival della Comunicazione – Camogli. Un “festival aspettando il Festival”, dunque, con eventi gratuiti e a ingresso libero: www.parolevoci.it
Il programma.
Sabato 15 luglio – Federico Rampini, Il mondo visto dal Grande Sud Globale. “Di ritorno da un viaggio in Sudafrica, Federico Rampini racconta, nel difficile contesto della politica internazionale, perché molti paesi emergenti scelgono di assumere un atteggiamento equidistante sulle vicende dell’Ucraina e in merito alla nuova guerra fredda Est-Ovest. Lo scacchiere internazionale si fa sempre più complesso: nuovi attori si affacciano sulla scena, le regole del gioco non possono più essere le stesse, l’opinione pubblica è sollecitata da nuove sensibilità e da un’informazione che viaggia tramite media sempre più fluidi e pervasivi. Dove stiamo andando? Come i grandi fatti internazionali stanno cambiando le nostre vite? La nostra voce può ancora contare? Possiamo ancora essere artefici del nostro destino?”
Giovedì 20 luglio – Andrea Colamedici e Maura Gancitano, Ma chi me lo fa fare? “Ormai non è più un segreto che siamo schiavi del lavoro. Il lavoro ci definisce e possiede le nostre vite in un modo che ormai è patologico. Da qualche tempo ci si è resi conto che il malessere su questo tema da personale sta diventando collettivo. La coppia di filosofi Andrea Colamedici e Maura Gancitano, a partire dal loro ultimo libro edito da HarperCollins, portano sul palco il lavoro – tema sfaccettato e controverso – ribaltando la prospettiva sulle retoriche del privilegio e del merito. Ci invitano a riflettere su come lavoriamo, quando lavoriamo, dove lavoriamo. E, soprattutto, perché lavoriamo. Portandoci a osservare in che modo abbiamo trasformato un potenziale strumento di liberazione nella più sottile e pervicace forma di schiavitù mai apparsa sulla Terra, ci aiutano a trovare la strada per non autodistruggerci.”
Giovedì 27 luglio – Natasha Stefanenko, Ritorno nella città senza nome. “S-45 è un luogo che per ragioni militari non appare sulle carte geografiche, circondato da filo spinato e sottoposto al controllo del governo federale. È un luogo strategico dove si lavorava alla costruzione dell’arsenale nucleare sovietico e ora, con i nuovi accordi voluti da Gorbačëv e Reagan, al piano di progressiva dismissione delle armi atomiche. Attraverso l’intreccio di storie – largamente autobiografiche e ad alto tasso thrilling – del suo nuovo romanzo edito da Mondadori, Natasha Stefanenko ci racconta l’anima di un paese grande, inquieto e disorientato, l’Urss degli anni Novanta, che vive la fine di consolidate certezze e anche la dirompente irruzione di nuove libertà.”