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Presentato il Masterplan del Paesaggio extra moenia di Pompei

by Federico L.I. FEDERICO
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Davanti a una platea qualificata, ma non numerosa – circa trenta le persone presenti, ma attente – presso l’Auditorium di Pompei Scavi è stato presentato il “Masterplan del Paesaggio extra moenia di Pompei”. L’Auditorium, da non confondere con il vicino Antiquarium, è una struttura d’accoglienza realizzata negli anni Cinquanta del Novecento nella cosiddetta Pineta Demaniale degli Scavi di Pompei, ricordata così perché composta prevalentemente da esemplari di Pinus Pìnea. Questi Pini domestici, una quarantina poco meno che centenari, sono sopravvissuti, ma in parte risultano decimati dall’attacco di una malattia fungina virulenta e difficilmente curabile, diffusasi sulla intera penisola italiana.

Sia la Pineta che l’Auditorium sorsero per iniziativa dell’infaticabile Soprintendente Amedeo Maiuri, Archeologo, giornalista e scrittore tra i più illustri tra i Soprintendenti, ma sicuramente il più famoso del Novecento. A Maiuri gli Scavi di Pompei e la stessa Pompei moderna devono moltissimo per la diffusione del mito “POMPEI” nel mondo che Maiuri, da grande divulgatore, curò e propose.

L’argomento dell’evento era la presentazione del Masterplan che dovrebbe caratterizzare, a breve e per il futuro, l’area demaniale degli Scavi di POMPEI.

Il Comunicato stampa recita così: un percorso paesaggistico di circa 4 chilometri extramoenia del Parco archeologico di Pompei, un vero e proprio anello verde attorno alla città antica, capace di valorizzare il legame tra l’area degli scavi e il paesaggio naturale e agricolo circostante è l’obiettivo del Masterplan oggetto di finanziamenti con fondi del PNRR (…). Il Direttore Zuchtriegel, nelle vesti di cortese padrone di casa, ha aperto i lavori con tempestività e sintesi, passando poi la parola agli esperti.

Per primo è intervenuto l’ing. Angelantonio Orlando, Direttore Generale Unità di missione per l’attuazione del PNRR, che subito è entrato in argomento rivelando che l’attesa del PNRR ha generato una enorme richiesta rispetto agli interventi possibili, tant’è che il numero degli interventi non inseriti nel PNRR sfiora il novanta per cento. Nonostante ciò, però, Orlando ha tenuto a precisare di avere mantenuto un ottimo rapporto con gli organismi locali territoriali rimasti fuori dai fondi europei. Ma ha anche annunziato che, nonostante carenze e difficoltà di organico, il coordinamento dell’avanzamento è stato e sarà garantito dallo staff a sua disposizione. E ciò soprattutto quando il nuovo “generale”, Giovanni Capasso, cioè il Generale dei Carabinieri Direttore del Grande Progetto Pompei, subentrerà il primo di luglio 2023 all’uscente Generale Di Blasio. Si prevede infatti che Capasso gestisca la estensione delle competenze dell’organo – finora dedicato esclusivamente al Grande Progetto Pompei – all’intera piattaforma del PNRR nazionale, guidata dall’Ing. Orlando, proprio grazie alla consolidata best practice del Progetto Pompei.

La parola poi è passata all’arch. Arianna Filosa responsabile della “accessibilità” agli Scavi. Dall’arch. Filosa abbiamo appreso che Pompei area archeologica è e sarà un’area archeologica interamente assistita, grazie a un percorso dedicato ai portatori di disabilità. Un percorso che, a partire da Piazza Anfiteatro, a due passi dal Santuario mariano nel centro Città moderna, porterà chi lo percorre verso ovest, cioè verso Porta Marina e Porta Ercolano, consentendogli di “Vivere la esperienza Pompei”. Uno slogan efficace e idoneo ai tempi ai tempi che viviamo, come dimostra il fatto che l’arch. Filosa ha annunciato che è prevista la distribuzione agli utenti di App gratuite che, attraverso QR Code aiuteranno il turista, grazie al WEB, a sentirsi in una propria esclusiva “MyPOMPEI” da esplorare.

Dopo l’arch. Filosa ha preso la parola l’ing. Vincenzo Calvanese, esperto strutturista della Segreteria Tecnica del Grande Progetto Pompei. Egli si è soffermato sul sito pompeiano e sui tanti interventi diffusi in corso, perché provenienti da varie fonti di finanziamento. Da Calvanese abbiamo appreso con piacere che ogni mese un drone esegue un rilievo fotografico ad alta qualità, in volo su tutta l’area demaniale che – come ben faceva notare il relatore – è immersa in un territorio ad alta pressione antropica, occupato per il trentacinque per cento da strutture edificate. Una follia, quindi, consentire ancora il consumo di suolo. Il Parco archeologico, secondo Calvanese, rappresenterà in se stesso una opposizione al consumo del suolo.

L’intervento ha trovato il suo efficace pendant nella relazione dell’Arch. Paolo Mighetto, che ricopre il ruolo di RUP per una serie di cantieri e attività che sono in avanzamento nell’area degli Scavi Pompeiani, circa trenta, dalla manutenzione alla gestione del verde. In essi è compreso il non lontano ex Polverificio Borbonico di Scafati, con accesso soltanto da Pompei, fino a quando non si abiliterà l’ingresso monumentale in territorio di Scafati. L’arch. Mighetto, responsabile, tra l’altro, per il Verde. ha precisato che l’implementazione delle aree verdi comporterà una richiesta di netto aumento della risorsa acqua. Da qui la necessità della previsione di vasche di accumulo di riserva idrica. Ma – come ha precisato lo stesso Mighetto – il Verde va visto come una opportunità e non una criticità. L’anello verde del Masterplan, studiato dallo Studio Bellesi Giuntoli, va appunto in questa direzione, a garanzia di una Biodiversità controllata per la rigenerazione del territorio, anche attraverso la prevista Passeggiata archeologica extrameniale dello Scavo pompeiano, riportata nel Masterplan, che è stato finanziato con fondi PNRR.

La parola è quindi passata a Giovanni Minucci, rappresentante della Cooperativa sociale Tulipano, coinvolta nel Progetto del Verde e già operante a Pompei con i Portatori di disabilità cognitiva, in un rapporto sinergico con il Dipartimento di Neuropsichiatria infantile della Università Federico ll di Napoli. L’arch. Alberto Giuntoli, paesaggista e Partner Studio Bellesi Giuntoli, ha poi chiuso l’incontro illustrando nel dettaglio l’anello verde che sarà, a suo dire, “la frontiera tra patrimonio archeologico e territorio”. Nel master Plan – come ha illustrato Giuntoli, rendendo omaggio alla figura della scomparsa agronoma Annamaria Ciarallo, già operante a Pompei – si prevede che le Aree extrameniali possano ospitare varie attività, fino alle più semplici come lo svago familiare festivo. L’intera area Masterplan è stata divisa in undici sotto aree “speciali”. In esse si realizzeranno nuovi percorsi e rampe, ove necessarie, favorevoli ai portatori di disabilità e anche aree picnic e sosta, aree giochi, collocazione di sedute multiple, boschetti per ombra ritemprante, aree di sosta verde. Ma ci saranno anche veicoli elettrici speciali, idonei ai percorsi nelle aree naturali e totem fornitori di dati e notizie a richiesta, sui cellulari dei visitatori.

Un programma davvero intenso e stimolante, che potrà cambiare il volto alla accoglienza turistica di Pompei, che ci intriga davvero e che va portato avanti. Una sola carenza ci tocca segnalare. E’ questa: è mancata, almeno nell’incontro – che abbiamo seguito dall’inizio alla fine – una presa d’atto della situazione “ante PNRR”.

Ci auguriamo quindi che le criticità e le incongruità esistenti – anche risalenti, ma all’interno dell’area demaniale, peraltro patenti e ben note – siano state tenute in debita considerazione nella programmazione e progettazione del Masterplan e dei suoi annessi e connessi, compresa la difesa del Territorio extra moenia, che poi è il Territorio della Città viva e il Vesuvio.