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Il tariffario della cultura

by Pietro Spirito
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Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha firmato, l’11 aprile 2023, un decreto ministeriale che detta “Linee guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali”. Non è uno di quei provvedimenti che finisce sulle prime pagine dei giornali, ma si tratta di una cartina al tornasole molto significativa per leggere i tempi contemporanei.

Le Linee guida di cui all’articolo 1, comma 1, definiscono gli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi di concessione richiesti ai singoli richiedenti per l’uso di spazi e la riproduzione dei beni culturali in consegna ad istituti e luoghi della cultura dello Stato.

Indipendentemente dal canone o dal corrispettivo individuato, la concessione per l’uso e la riproduzione dei beni culturali è comunque subordinata alla previa verifica di compatibilità della destinazione d’uso della riproduzione con il carattere storico-artistico dei medesimi beni culturali.

Gli elenchi possono comunque contenere disposizioni integrative, nonché prevedere canoni e corrispettivi superiori rispetto a quanto contenuto nelle Linee guida di cui all’Allegato al presente decreto. I canoni e i corrispettivi indicati negli elenchi di cui al comma 1 sono incrementati presso ciascun Istituto mediante l’adozione di un apposito tariffario; in mancanza, sono applicabili i canoni e i corrispettivi contenuti nell’Allegato al presente decreto.

L’architettura del provvedimento si suddivide in riproduzione di beni ed uso degli spazi. Per riproduzione di beni si intende: stampe fotografiche, immagini digitali, videoclip, diapositive, fotocolor, microfilm, ingrandimento di microfilm, fotocopie, scansioni. Per uso degli spazi invece si intende: spazi in consegna al concedente, riprese video, cinematografiche e televisive, servizi fotografici.

L’istituto concedente individua le tariffe applicabili ai fini della successiva concessione, secondo due tipologie di criteri:

  • tariffa per classi dimensionali, che si basa sui metri quadrati dello spazio da dare in concessione
  • coefficiente per classi di pregio, che viene valutato in base ad alcuni elementi quali il numero di visitatori, la presenza di elementi d’epoca, affreschi, collezioni d’arte, stili originali.

Il valore ottenuto moltiplicando il coefficiente relativo alle classi dimensionali per quello relativo alle classi di pregio sarà a sua volta moltiplicato per altri coefficienti, diversi a seconda dell’uso, che può essere:

  • uso individuale:
  • per finalità istituzionali
  • per finalità non lucrative o non commerciali
  • per finalità lucrative o commerciali
  • uso individuale o privato per finalità lucrative o commerciali connesse alla riproduzione.

Una sezione specifica del tariffario è dedicata alla concessione di spazi ad uso individuale o privato per finalità lucrative o commerciali connesse alla riproduzione in cui rientrano le riprese video, televisive e cinematografiche. In tal caso, gli importi vengono determinati moltiplicando:

  • il valore ottenuto moltiplicando il coefficiente relativo alle classi dimensionali per quello relativo alle classi di pregio per
  • il moltiplicatore relativo al “Mezzo-scopo”, per il quale viene richiesta la concessione; e per
  • il quantitativo richiesto espresso in multipli della specifica “Metrica”, sulla base del coefficiente per giorni riprese.

Il coefficiente per giorni di riprese varia da 1 a 5 a seconda che l’oggetto delle riprese sia un documentario (1) o una campagna pubblicitaria (5). Il coefficiente di film e serie tv è 3,5 al giorno (la tariffa ottenuta è frazionabile in ore nel caso l’occupazione degli spazi non avvenga per l’intera giornata.

In particolari circostanze, è possibile ottenere decurtazioni o sconti al canone o corrispettivo finale. Ad esempio, le opere destinatarie di contributi selettivi per opere difficili possono vedere ridotto il corrispettivo dovuto fino al 50%. Insomma, la mercantilizzazione della cultura, che è certamente iniziata da diverso tempo, compie un decisivo passo in avanti: disporremo presto, applicando queste linee guida in tutti i musei nazionali del nostro Paesi, di un tariffario dettagliato per ogni prestazione declinato per ogni singola opera d’arte.

Certo, da quello che si può leggere, non esiste, nella articolazione delle linee guida, ancora una gerarchia di valori economici rispetto alla preziosità del manufatto; in qualche modo, se proprio vogliamo interpretare questa assenza, si assume un principio dei pentastellati: uno vale uno.

Viene subito da chiedersi, a valle del decreto ministeriale del Ministro Gennaro Sangiuliano, quanto dovrà pagare la sua collega Ministro del turismo, Daniela Santanchè, per aver utilizzato il volto della Venere di Botticelli per una campagna di promozione turistica sull’Italia, peraltro di gusto particolarmente discutibile. Apparentemente dovrebbe essere un valore molto elevato, dal momento che l’uso dell’opera d’arte in questo caso è rivolto alla realizzazione di una campagna pubblicitaria, con ricadute di valore economico, e quindi meno meritevoli di tutela.