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Bagnoli: Il Commissario e le anime candide

by Lucia Severino
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È davvero impressionante il numero di anime candide che vivono a Napoli.

Quando io ero ragazzina, l’Italsider di Bagnoli era considerata quella che oggi si definirebbe un’eccellenza. Un grande insediamento industriale che dava lavoro ad oltre diecimila persone, più l’indotto, e teneva l’intero quartiere libero dalla camorra.

Poi dovette chiudere, nel ’92 dopo un lungo percorso, perché la quota italiana di produzione di acciaio era stata ridotta, non per problemi ambientali.

I caschi gialli si mobilitarono facendo tremare il Palazzo e perlopiù ottennero posti di lavoro alternativi. L’intera area fu di fatto abbandonata. Dopo poco saltò fuori il primo piano urbanistico per Bagnoli ed esplose il problema inquinamento.

Sacrosanto per carità. Come pazzesca era stata la scelta di realizzare un’acciaieria dentro la città. Ma prima, quando l’amianto lo hanno respirato i lavoratori per cinquant’anni, la magistratura dov’era? E gli scienziati, i giornali, i politici, la società civile? Non si sapeva? Non si sospettava? Non conveniva?

Anime candide.

Invece tutti hanno gridato all’untore quando la posta in gioco è diventata la riqualificazione. Lavori pubblici per centinaia di milioni, nuove cubature, attività produttive ecc. Allora le camarille se le sono date di santa ragione e siccome a Napoli si sanno fare i pacchi ma non gli affari, non si è combinato nulla. Per 25 anni. Nella sostanziale connivenza generale.

Oggi che, vuoi per convenienza politica, vuoi per un rigurgito di buon senso, ci si è accorti che ad inseguire il Comune, la Regione e tutti gli altri infiniti soggetti coinvolti non si va da nessuna parte, si è deciso di mettere uno a comandare, un Commissario di Governo. Apriti cielo.

Ricorsi amministrativi, eccezioni d’incostituzionalità, opposizioni politiche, critiche feroci alla legge. Forse questi signori preferivano com’era prima? Gli piacciono i Turtle point?

Anime candide.

Nei giorni scorsi è stata poi innescata un’altra polemica. Pare che nonostante gli interventi di bonifica finora realizzati, l’area sia ancora inquinata. E’ tutto da rifare. Avvelenamento totale e senza scampo. Sic!

Ma qualcuno ha veramente mai pensato che la bonifica fosse ultimata e non presentasse criticità? E chi lo ha mai sostenuto? E perché mai nel mandato del Commissario ci sarebbe stato al primo punto proprio la bonifica ambientale? Forse perché si sa benissimo che va completata. Questi signori no? E cosa pensavano si dovesse fare? Concorsi di idee?

Anime candide.

 

Il Commissario Nastasi è stato nominato poco più di due anni fa. È poco ma è qualcosa. Siccome però è stato condizionato dai ricorsi e dai sequestri (la guerra politica non vale perché fa parte del gioco), diciamo che i due anni valgono uno. Cosa ha fatto in questo anno?

Sostanzialmente l’approvazione del Piano di risanamento ambientale e rigenerazione urbana – PRARU (come piacciono gli acronimi alla burocrazia) in conferenza di servizi, la sottoscrizione dell’Accordo Interistituzionale tra Governo, Regione e Comune che ha condiviso il piano suddetto, insieme a tutta una serie di regole e principi per il suo aggiornamento, e soprattutto ha ultimato il piano di caratterizzazione, ormai in fase di definitiva validazione da parte dell’ISPRA, propedeutico alla bonifica.

Considerato che agisce nel pieno e totale coinvolgimento delle Amministrazioni regionale e comunale…e che anche il Ministero ci mette il suo, per non parlare delle indagini in corso con tanto di esperti, direi che non è poco.

Però il tempo stringe. Le anime candide si organizzano. La figura del Commissario è perfetta per fare da bersaglio. Gli interessi in gioco sono potenzialmente enormi, spesso nascosti, nei nomi e negli obiettivi. E’ una partita che non si vince con la furbizia e la tattica, ma con il coraggio e la strategia. Se si vuole veramente giocarla, ovvio.

Spero che riesca, non li ho altri 25 anni di vita per vedere qualcosa di realizzato.