La FuelEU Maritime è una delle proposte chiave del pacchetto Fit for 55, che ha l’obiettivo di stimolare l’utilizzo di carburanti alternativi e a basso contenuto di carbonio nello shipping. Nell’accordo di compromesso, raggiunto alcuni giorni fa a Bruxelles, sono state inserite specifiche misure a tutela della continuità territoriale. In particolare, sono state introdotte deroghe sino al 2030 sia per i collegamenti con le isole minori che per le rotte con le isole maggiori soggette a obblighi o convenzioni di servizio pubblico. E’ stato poi circoscritto l’obbligo di utilizzo del cold ironing da parte delle navi portacontainer e passeggeri dal 2030 solo nei grandi porti della rete TEN-T UE. E solo dal 2035 al resto dei porti europei, nel caso in cui questi abbiano la rete per attingere energia da terra. Mantenuta inoltre l’esenzione dall’obbligo di utilizzo del cold ironing in caso di non disponibilità della rete elettrica, sosta in porto per meno di due ore, navi in rada (all’ancoraggio), o scalo in porto a causa di circostanze impreviste o emergenze. I proventi derivanti dalle sanzioni saranno destinati agli Stati Membri, con obbligo di rendicontazione per assicurare che vengano destinati al settore del trasporto marittimo.
Secondo il Presidente di Assarmatori, Stefano Messina, “si tratta di un riconoscimento fondamentale per l’Italia, Paese caratterizzato da forte insularità e dalla flotta ro-ro/pax più grande al mondo. Ma anche di un importante successo diplomatico dell’Italia grazie al gioco di squadra tra Governo, Rappresentanza Permanente d’Italia presso la UE, Regioni Sardegna e Sicilia e tutti gli Europarlamentari italiani, a partire dal relatore ombra del provvedimento Marco Campomenosi”.
Ma cosa ne pensano le Associazioni ambientaliste?