“La digitalizzazione del lavoro. Percorsi di trasformazione senza diritti” è il nuovo libro di Pietro Spirito (Guida editori, 2023). Ci sono due differenti possibilità di approccio al testo: leggerlo o studiarlo. Nel primo caso bisogna usare molta attenzione, perché l’apparente velocità della trattazione, il suo ritmo quasi tambureggiante, può indurre a ritenere di poterla padroneggiare facilmente, col rischio di perdere passaggi analitici significativi. Se si sceglie di studiarlo, non ho consigli da offrire. Posso solo dire che ne vale la pena. Si tratta infatti di “un lavoro molto importante, che merita una discussione appassionata e di livello pari alle ambizioni e alle prospettive di lavoro intellettuale che esso apre dinanzi a noi”. Come sostiene Giulio Sapelli nel suo saggio introduttivo, “L’evoluzione del capitalismo estrattivo”.
Il libro si articola in otto capitoli. Li elenco perché i loro titoli offrono già un quadro abbastanza chiaro dell’opera.
- il nuovo volto del capitalismo digitale
- l’ideologia neoliberista e la rivoluzione digitale
- i nuovi paradigmi di organizzazione aziendale
- il lavoro nella società digitale della logistica
- il lavoro al tempo del metaverso
- le questioni emergenti del lavoro
- delocalizzazioni e licenziamenti: gli strumenti per una politica attiva
- le nuove competenze necessarie nella società digitale
Ci si presentano nuovi scenari che impongono nuove scelte, nuovi meccanismi per assicurare coesione e sviluppo. Servono, insomma, nuove architetture di politica economica. “Immaginare il futuro per realizzare il presente”. La critica al neoliberismo è (più che giustamente) feroce. Ve lo ricordate Pinocchio che sotterra il suo zecchino d’oro? Ebbene, “Se tutti ci credono, il gioco è fatto. L’illusione del Campo dei Miracoli, destinato a moltiplicare all’infinito le risorse economiche, ha caratterizzato la prima fase della economia digitale e della bolla di Internet, per poi planare invece entro il reticolo più conosciuto delle aziende oligopolistiche che concentrano potere e ricchezza utilizzando le nuove tecnologie dei social media”. Per superare le distorsioni, le crisi determinate dal neoliberismo/estrema destra occorre definire “criteri e regole adeguate alla fase di passaggio che oggi ci coglie in buona parte impreparati”.
Il lavoro è assolutamente al centro del discorso. Sicurezza, tutela, salvaguardia, retribuzione, formazione, professionalità. La colonizzazione del mercato del lavoro. Le esigenze sociali del mercato. Senza alcuna retorica, ma anzi con esplicito e sano pragmatismo. Addirittura crudo nella scelta e nella esposizione dei dati.
Non è un libro rassicurante. Non vuole esserlo. Non viviamo una fase storica rassicurante.
Spirito – economista, docente universitario, manager delle Ferrovie italiane, già Presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centrale – termina con una considerazione amara.
“Viene premiato il silenzio intellettuale dei conformisti, piuttosto che non la ricerca della innovazione e degli spazi inesplorati. Restiamo in questo modo sospesi nel passato mentre siamo già proiettati nel futuro e nelle incognite di una trasformazione che imporrebbe schemi nuovi”.
Dello stesso Autore – https://www.genteeterritorio.it/il-capitalismo-della-mobilita-di-pietro-spirito/