Vietare una partita di Champions ai tifosi avversari in trasferta è una misura inutilmente provocatoria. Eppure questo è stato deciso dalle autorità di ordine pubblico italiane. Qual è la conseguenza largamente prevedibile? Restano a casa le persone perbene, mentre i facinorosi accettano volentieri la sfida.
Gli ultras hanno un relativo interesse a l’evento sportivo. Cercano solo lo scontro con la tifoseria avversaria e con le forze dell’ordine.
Potremmo chiamare questa azione preventiva il Metodo Piantedosi. Sono le profezie che si auto-avverano.
Se la situazione presenta rischi potenziali di ordine pubblico, allora emetto un roboante divieto, per mostrare muscoli che si afflosciano rapidamente quando i facinorosi arrivano nonostante il divieto.
A questo punto, che lo stellone repubblicano ce la mandi buona. Contiamo sul buon senso dei tifosi napoletani, che non accettino provocazioni, come ha giustamente chiesto il Capitano della squadra.
Fidiamo anche sulla capacità del Napoli di mettere rapidamente a tacere il campo, per non dare adito a velleità revansciste di una tifoseria tedesca che – speriamo – possa ammirare quel buon gioco che sinora siamo stati in grado di esprimere.
Quanto ai 250 tifosi bergamaschi gemellati con l’Eintracht, vale la pena solo di ricordare loro che l’autonomia differenziata non esiste ancora. E che nel calcio del 2023 non conviene nemmeno, visto il passo da rullo compressore che il Napoli sta utilizzando.