Le Associazioni della #CoalizioneArticolo9, attive affinché gli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili arrechino il minor danno possibile all’ambiente, alla biodiversità e al paesaggio, chiedono un incontro con il Ministro Gilberto Pichetto Fratin per affrontare il nodo della pianificazione delle aree idonee e della semplificazione dei procedimenti autorizzativi. Chiedono la necessaria pianificazione sul territorio e temono che le imminenti norme per l’accelerazione delle procedure del PNRR mirino solo ad un’accelerazione “a tutti i costi”. Insomma, vogliono essere ascoltati, perché – a loro dire – una vera tutela può essere raggiunta solo “coinvolgendo tutto il mondo dell’ambientalismo italiano”.
Hanno quindi scritto, lo scorso 10 febbraio, una lettera al Ministro. Ve ne proponiamo un estratto.
(…) L’ambizioso strumento finanziario varato dall’UE in risposta alla crisi pandemica esplosa nel 2020, rappresentato dal Regolamento del 12 febbraio 2021 sul Recovery Plan che ha dato luogo al PNRR dell’Italia, e che sostiene – con il suo principale pilastro rappresentato dalla “transizione verde” ‒ anche il raggiungimento degli obiettivi climatici prima richiamati, aveva fatto ben sperare ‒ in considerazione del suo nutrito corredo di regole e scadenze temporali il cui puntuale rispetto costituisce condizione inderogabile per l’ottenimento delle varie tranches di finanziamenti europei – che fosse finalmente giunto il momento per il ns. Paese di dotarsi di adeguati strumenti di pianificazione per una corretta realizzazione degli impianti sul territorio. (…)
(…) Malgrado ciò il Decreto legislativo di recepimento, entrato in vigore il 15 dicembre 2021, anziché recare già al suo interno (magari con un apposito allegato) detta disciplina contenente i criteri per l’individuazione delle aree, con il suo art. 20 ha inopportunamente rinviato tale fondamentale adempimento a futuri decreti da emanarsi entro i successivi sei mesi dal Ministro della transizione ecologica (oggi dell’ambiente e della sicurezza energetica), ovvero entro il 15 giugno 2022.
Ad oggi, scaduto da oltre sette mesi il predetto termine, tali decreti del Ministro dell’ambiente non hanno ancora visto la luce, malgrado si registri un’ulteriore accelerazione da parte delle istituzioni europee nel varare ulteriori iniziative indirizzate verso l’indipendenza energetica dell’UE, motivate dalla grave crisi internazionale in atto. (…)
(…) Ma al momento ci preoccupa soprattutto il fatto che il Governo, anziché procedere con urgenza ad adottare le misure prescritte dal Regolamento, tra cui in primis la individuazione delle aree idonee, sia al momento impegnato nella messa a punto di un ponderoso D.L. per l’accelerazione delle procedure del PNRR. (…)
(…) Per questi motivi Le chiediamo, Sig. Ministro, di accordarci a breve un incontro affinché ci sia consentito di fornire il nostro contributo di proposte perché le iniziative legislative in itinere possano collocarsi sul miglior punto di equilibrio possibile tra lotta al cambiamento climatico ed alla crisi energetica e tutela dell’ambiente, della biodiversità e del paesaggio.