Prosegue l’onda lunga delle concentrazioni nel settore marittimo, senza che le Autorità di regolazione alzino neanche le sopracciglia. Gli enormi profitti delle grandi compagnie armatoriali nel settore del trasporto internazionale di contenitori hanno fornito i mezzi finanziari per riscrivere completamente la governance del settore.
Non è bastata solo la concentrazione armatoriale, con il potere di mercato nelle mani delle principali compagnie. Si è passati poi al controllo delle banchine portuali ed all’ingresso in settori complementari del trasporto: dal trasporto su gomma, al trasporto aereo, al settore ferroviario, alla logistica.
Poi si è aperto un altro fronte, se possibile ancora più delicato per quanto riguarda i profili della concorrenza. Settori che, per utilizzare il linguaggio comunitario erano essential facilities, vale a dire servizi di interesse comune, stanno diventando oggetto del processo di formazione di oligopoli integrati verticalmente ed orizzontalmente. Si tratta di quella trasformazione verso quello che ho definito in un mio recente libro il capitalismo della mobilità, destinato ad influenzare l’evoluzione dell’economia internazionale nel suo insieme.
L’ultima notizia riguarda, ancora una volta, Mediterranean Shipping Company che entra con una quota rilevante in Boluda Towage. Lo rivela il Corriere della Sera, che ha ricostruito le compravendite azionarie degli ultimi mesi, circolate finora come indiscrezioni. Boluda Towage è il più grande gruppo di rimorchio portuale europeo con una flotta di circa 400 unità e sede a Valencia. L’ingresso di MSC in Boluda avviene tramite la controllata MedTug con una quota di circa il 15 per cento. Si tratterebbe più di un’alleanza che di un’operazione di controllo, del valore (non ufficiale però) di circa 1,5 miliardi di euro, andando a creare il più grande gruppo di rimorchio portuale al mondo con una flotta di circa 600 unità, superando la danese Svitzer appartenente al gruppo Maersk, che ne conta circa 440. La nuova alleanza vedrà assieme il primo gruppo rimorchiatore portuale europeo ed il colosso armatoriale MSC, che a ottobre scorso ha acquisito Rimorchiatori Mediterranei, dalla genovese Rimorchiatori Riuniti, per circa un miliardo di euro e 170 mezzi.
Entrando nel dettaglio dell’operazione, Boluda Towage Holding, società nata a novembre scorso con questa finalità, ha ceduto a dicembre scorso il 7,2 per cento della sua quota a SAS Shipping Agencies di MSC. La holding contiene le società di rimorchio Boluda World Tug’s, Tug’s Services Panama, Remalcadores y Lanchas (attiva in Uruguay) e Remolcadores y Barcazas del Caribe, presente nei porti della Repubblica Domenicana.
Infine, qualche settimana fa MedTug ha ceduto i suoi rimorchiatori e parte dei suoi crediti a Boluda Towage per un valore complessivo di 240 milioni. In questo modo MSC entrerebbe con una quota del 15,6 per cento in Boluda Towage Holding. L’operazione potrebbe non finire qui: nel caso in cui Rimorchiatori Mediterranei confluisse in Boluda Towage Holding, la quota di partecipazione del gruppo fondato da Gianluigi Aponte nella società spagnola salirebbe ancora.
Non sembrano avere limiti i disegni espansionistici in senso oligopolistico nello shipping internazionale: in questo quadro si distingue MSC, non solo per dinamismo delle operazioni ma anche per portata geografica estesa degli interventi. Ricordiamo al riguardo l’acquisizione per 5,7 miliardi di euro di Bollorè Logistics, che controlla una parte rilevante della logistica marittima e portuale in Africa.
Quando interverranno le autorità di regolazione europee? Apparentemente si muovono quanto meno con estremo ritardo. Basta dire che MSC e Maersk hanno recentemente annunciato lo scioglimento della Alleanza 2M, prima ancora che la Commissione si occupasse di decidere il futuro della exemption rule.