Anche gli Stati Uniti hanno avuto diversi movimenti Socialisti. Alcuni di essi, pur guardando al Nuovo Mondo come una terra di grandi libertà, tentarono di conquistarlo mediante proprietà collettive e rigorose organizzazioni sociali ed urbane. Le comunità sperimentali si sono definite di volta in volta: comuniste, socialiste, comunioniste, comunitiste o semplicemente comuni. Più tardi Engels mise in evidenza il paradosso sfuggito agli utopisti (anche agli europei pre-marxiani come Robert Owen e Charles Fourier), e cioè che più le comunità venivano progettate nei dettagli, più diventavano specifiche e meno applicabili alla società nel suo insieme.
Alice Constance Austin (1862-1955) è stata un’utopista americana, architetto e designer (autodidatta), urbanista socialista, e femminista. Il suo progetto più conosciuto è quello dell’ambiente comunitario di Llano del Rio; nel 1914 gli organizzatori scelsero una località vicino al deserto di Mohave a 20 km dallo scalo ferroviario di Palmdale in California. Così affermava Austin: «La città socialista dovrebbe essere bella, si capisce; dovrebbe essere costruita secondo un piano ben definito e ogni tratto dovrebbe avere un rapporto vitale e complementare con ogni altro tratto, illustrando così in modo concreto la coesione della comunità; dovrebbe dare risalto al principio fondamentale di uguali possibilità per tutti; e dovrebbe essere all’avanguardia nell’applicazione delle ultime scoperte scientifiche ai problemi della vita quotidiana, mettendo al servizio di tutti i cittadini ogni possibile dispositivo atto a risparmiare fatica» (Building a Socialist City, in “Western Comrade” 4.6 – ottobre 1916).
Alice Constance Austin fu ingaggiata all’inizio degli anni Dieci, del secolo scorso, da Job Harriman – il candidato socialista a Sindaco sconfitto nelle elezioni di Los Angeles – che aveva intenzione di costruire una comunità cooperativa a Palmdale, Ca. I concetti femministi di Austin completavano notevolmente le idee socialiste di Harriman ed entrambi gli approcci mettevano in discussione la storia patriarcale dello status sociale. Insieme hanno tentato di immaginare un nuovo tipo di città.
Il progetto consisteva in una pianta urbana circolare comprendente edifici amministrativi, ristoranti, chiese, scuole, mercati, ecc. Lo spirito (e la forma soprattutto) ricordava molto quello della città-giardino di Ebenezer Howard – per 30.000 abitanti su mille acri di terra – che la Austin conosceva, un modello di pianificazione urbanistica in cui i quartieri e gli isolati erano circondati da “cinture verdi” che contenevano aree proporzionate di residenze, industrie e agricoltura. L’idea inglese della Garden City nacque per risolvere il problema dell’aumento della popolazione nei centri urbani per lo sviluppo crescente delle industrie che aveva creato un forte degrado alle città nella seconda metà del XIX secolo. Per questa ragione due utopisti, il gallese Robert Owen (1771-1858) e il francese Charles Fourier (1772-1837), avevano contrapposto alla città reale una ideale dove le fabbriche avevano orari moderati e salari più alti, e avevano i servizi in comune fra i cittadini. L’idea fu ripresa e sviluppata da Howard che, in modo meno ideologizzato, si era prefisso come obiettivo prevalente quello di salvare la città dal congestionamento e la campagna dall’abbandono. La Garden City doveva essere costituita da un parco centrale attorno al quale si sarebbero sviluppate le aree residenziali a bassa densità servite da ampi viali puliti e una cinta ferroviaria che chiudeva l’intera città. Howard non considerava l’aspetto storico o formale della nuova città industriale, ma si concentrava su aspetti puramente sociali ed economici. Nel suo saggio A Peaceful Path to Real Reform del 1898 descrisse con rigore scientifico le quantità di terreno, unità abitative, tipologie di insediamenti produttivi e quant’altro potesse servire alla costituzione corretta di una Garden City; arrivò addirittura a citare, in maniera del tutto innovativa considerata l’epoca, il tema dello smaltimento dei rifiuti. Letchworth fu la prima città giardino realizzata in Europa nel 1903, a circa 50 km. da Londra. Questa distanza doveva garantire la creazione di una fascia verde con un duplice scopo: fornire tutto il necessario alla sopravvivenza dei cittadini e contenere l’espansione incontrollata della città stessa. Welwyn Garden City è stata la seconda città giardino, fondata negli anni Venti da Ebenezer Howard e progettata dall’architetto Louis de Soissons.
I tipi edilizi progettati da Alice Constance Austin avevano un “design femminista”: la casa era senza cucina, gli asili nido in comune, i mobili da incasso e i pavimenti piastrellati riscaldati. Austin ha incluso anche mobili a scomparsa e letti pieghevoli, facilmente apribili con una sola mano, che avrebbero ridotto i lavori domestici come, ad esempio, passare la neo-brevettata aspirapolvere, aumentando in tal modo la funzionalità di uno spazio limitato. Tutto ciò sarebbe dunque servito a ridurre la quantità di lavoro domestico svolto dalle donne. Nella proposta di Austin esisteva un sistema di tunnel per il bucato, un tunnel come servizio di consegna di pasti caldi, e delle persone specifiche erano addette al trasporto di rifornimenti e delle merci. Ciò, oltre a ridurre i lavori domestici – come preparare i pasti per la famiglia – avrebbe reso l’assistenza all’infanzia più facile, avrebbe diminuito il traffico nelle strade e reso le donne disponibili a entrare pienamente nella sfera pubblica, e nel mondo non domestico. Inoltre, una casa senza cucina avrebbe potuto, teoricamente, promuovere interazioni sociali fra gli abitanti.
La Austin era figlia di un dirigente delle ferrovie e nel 1893 aveva letto la propaganda di George Pullman sulle città modello in occasione della Chicago Columbian Exposition di quell’anno, e da allora voleva realizzare una città gestita e posseduta dai lavoratori. A tale proposito ha portato avanti a Llano del Rio un dibattito sull’architettura tra i membri della comunità: alle assemblee settimanali portava plastici e disegni per discutere i progetti. Una sorta di architettura partecipata ante-litteram. Aveva calcolato 100.000 abitanti per 640 acri con al centro un Palazzo di cristallo con otto saloni i cui lati interamente di vetro, tutti attorno all’aula centrale per le assemblee, coperta a sua volta, da una cupola di vetro. Per i collegamenti è probabile che Austin avesse preso spunto dalla descrizione della posta pneumatica di Looking Backward di Bellamy. Al contrario di Howard che prevedeva i collegamenti della città con l’esterno tramite ferrovie, Austin attribuiva un’auto a famiglia prevedendo dei garages comuni. Le case erano a patio, avevano quindi uno spazio verde interno privato in modo da rendere più facile l’assistenza ai bambini, in quanto il patio era visibile da ogni stanza della casa. In tal modo incentivava la privacy ed evitava i contrasti con i vicini.
I progetti delle case erano pieni di dettagli: verande per godere del clima temperato e per osservare il panorama montano; tettoie per le verande in caso di pioggia, sedili e balaustre sui tetti, larghe e comode scale, e porta-finestre con cornici decorate. Quattro erano i criteri per il progetto della Città Socialista: la bellezza, la raffigurazione della coesione della comunità, la rappresentazione delle pari opportunità, l’uso di strumentazioni per risparmiare fatica.
Alice Constance Austin non ipotizzava per le donne i lavori considerati esclusivamente “maschili” e, per questo, fu criticata da altre femministe. All’epoca le voci più interessanti tra le femministe erano quella di Charlotte Perkins Gilman (1860-1935) che per le sue idee e il suo stile di vita non convenzionali è diventata un modello per le successive generazioni femministe. La sua opera maggiormente conosciuta è The Yellow Wallpaper del 1890, un racconto di depressione post-partum. Dalle pagine di The Home, Gilman spingeva le donne a lavorare fuori la propria casa. Una posizione meno radicale era rappresentata da Cathareen Beecher (1800-1878), nota per le sue opinioni sull’istruzione femminile, che rivendicava la “professionalità” delle casalinghe ma che, contemporaneamente, si batteva anche per le popolazioni indigene e nel 1829 guidò un movimento femminile (la prima campagna nazionale di donne in US) per protestare contro la legge sulla rimozione indiana del Presidente Andrew Jackson.
Disgraziatamente le autorità bloccarono la costruzione della diga proprio in quella zona così arida e, di conseguenza, i finanziatori smisero di investirci i capitali, pertanto la Comunità Cooperativa di Llano non fu mai completata. Nell’autunno del 1917 la colonia di Llano del Rio si trasferì nella Louisiana. La Austin aprì uno studio di architettura a Los Angeles rielaborando le tipologie edilizie create per essere adattate in qualsiasi luogo, aspettando una seconda occasione che però non arrivò mai. Scrisse il libro The Next Step: How to Plano for Beauty, Comfort and Peace with Great Saving Effected by the Reduction of Waste, pubblicato nel 1935.
Ciononostante Llano ebbe un grande impatto sui successivi progetti urbani e sulla pianificazione. L’impegno di Alice Constance Austin nella storia dell’urbanistica è stato così importante da influenzare lo sviluppo di questioni moderne (e ancora attuali) come il salario minimo, la sicurezza sociale, gli alloggi a basso costo, il welfare e l’assistenza sanitaria universale.
Immagini, dall’alto:
- Centro civico di Llano del Rio di Alice Constance Austin, 1915
- Quartiere e Centro della Garden City di Ebenezer Howard, 1902
- Piante delle abitazioni a patio di Llano del Rio di Alice Constance Austin, 1915
- Assonometria delle case a patio di Llano del Rio di Alice Constance Austin, 1915
- Alice Constance Austin mostra ai coloni di Llano i plastici dei progetti, 1916