fbpx
Home Napoli L’EAV di De Gregorio a Pompei figlia di un dio minore

L’EAV di De Gregorio a Pompei figlia di un dio minore

by Federico L.I. FEDERICO
0 comments

 

I NO-EAV Pompeiani cominciavano già a fregarsi le mani di fronte all’impasse dell’EAV, oltretutto funestata dai guai grossi e piccoli, su tutte le linee. Uno addirittura verificatosi nella stessa stazione di Pompei. Un deragliamento fortunatamente senza vittime. Un deragliamento grottesco, anzi comico, tipo quelli che si favoleggiava facesse la Fiat Duna, che fu, nelle barzellette: cappottare in manovra di parcheggio! Ebbene, il treno EAV ha fatto altrettanto!!

I NO-EAV locali peraltro sono sostenuti da frange (nb: più giusto sarebbe definirle “frangette”) dell’Ambientalismo oltranzista, parolaio e urlato. Siamo insomma di fronte a portatori sani di tesi malate, secondo le quali gli interessi privati, anche se minimi, si devono imporre agli interessi collettivi, anche se massimi.

C’est tout, direbbero i Francesi. Limitiamoci quindi alla cronaca dei più recenti accadimenti.

Dell’HUB turistico della Via Plinio a Pompei, recentemente ribattezzato da RFI/Rete Ferroviaria Italiana, il relativo Progetto è nato nel 2016. Ma più volte esso è stato variato in… permanente carenza di Variante urbanistica, contestata al TAR nelle rivendicazioni degli interessati che se ne sentono danneggiati. Intanto però è stata varata la pubblica Gara internazionale in data 10 novembre 2022. Sul sito web Ferrovie.info si legge infatti: È stato pubblicato (…) il bando di gara internazionale da 23,5 milioni di euro per la costruzione del Nuovo Hub di Interscambio Ferroviario fra la linea di RFI NapoliSalerno(storica) e la line EAV (Ex Circumvesuviana) NapoliSorrento

Chi vivrà vedrà, quindi.

Per quanto invece riguarda i cantieri EAV di Pompei, essi sono due e sono stati attivati (ndr: colpevolmente) soltanto nel settembre 2022. I due cantieri hanno oggi ubicazioni opposte rispetto alla tratta da eseguire, uno è presso la Stazione EAV in Via Nolana e l’altro presso la ex Casa di Riposo Borrelli in Via Lepanto. Essi sono ubicati nei due siti nodali per l’attraversamento dell’asse ferroviario rappresentato dai binari EAV esistenti, con altrettante due sottovie (ndr: i noti e avversati sottopassi). Il superamento dei binari si rende necessario al fine di creare una nuova strada, parallela a Via Lepanto, che è stata intanto già pedonalizzata, con conseguente invivibilità delle strade adiacenti, intasate e ammorbate dal traffico veicolare. Da questa nuova “strada lungoferrovia” si diramerà una rete di nuove (e vecchie, come richiesto dai residenti!) strade minori, dirette al vesuviano-sarnese, quindi anche a Striano, prossima stazione della Alta Velocità per Roma e la Calabria e futuro grande HUB turistico al servizio dei Comprensori turistici campani e quindi di Pompei, oggi servita da reti ferroviarie di rilevanza solo metropolitana.

Non di più. Si sappia con chiarezza.

Nella tratta da realizzare sono previste altre due sottovie, di minore e anche discutibile efficacia, ma non certo lesive della idea forza del Progetto EAV. Il Cantiere a monte della Stazione Pompei Santuario dovrà realizzare il Parcheggio auto e Bus – a due livelli sotto quota di campagna – nel quale e dal quale si muoveranno i flussi pervenienti da Sud e da Nord dell’abitato del Centro Urbano di Pompei, che sarà così liberato dalla morsa stringente e soffocante del traffico urbano e comprensoriale.

Tutto bene quindi? Non proprio! Perché finora il Cantiere ubicato presso la ex Casa di Riposo Borrelli è stato scarsamente operativo. In quel cantiere il ritrovamento di una colonna miliaria, di spoglio e riuso antico, ha innescato una vasta campagna di saggi e scavi (ndr: non effettuati in misura adeguata in fase preventiva?). Tali prolungati scavi hanno portato alla luce soltanto percorsi e tracciati di percorrenza agraria e non vie o strade, antiche o “moderne”, eseguite con materiale idoneo al pubblico transito, come basolato o pietrame. Insomma, non sono state ritrovate né le testimonianze della Via antica che portava da Pompeii a Nuceria, né quelle della vecchia Via Regia delle Calabrie, ma solo tracce di vie interpoderali di transito pedonale e/o a traino animale.

Nulla di più, né nulla di che, per intendersi con il colto e l’incolto.

Salvo il dover constatare ancora una volta la cervellotica competenza territoriale del Parco Archeologico di Pompei – tutta a marchio Franceschini, chiaramente mal consigliato – che vede il modesto territorio comunale pompeiano appartenere a due differenti gestioni di Uffici BBCC: il Parco Archeologico di Pompei e la Soprintendenza mista della Provincia di Napoli. Il risultato è che il Territorio del Parco copre appena un quarto, o anche meno, del territorio comunale di Pompei, per poi dispendersi in isolati contesti extra comunali. Tra essi ci limitiamo a citarne alcuni, totalmente avulsi dall’Ager Pompeianus dell’antica Pompei, come il Castello di Lettere, la Reggia di Quisisana e gli Scavi di Varano a Castellammare di Stabia e forse la stessa Villa Sora a Torre del Greco. E così capita anche che il breve tracciato ferroviario del Progetto EAV – meno di un chilometro – risulti affidato per taluni aspetti al controllo di due Uffici diversi.

I Pompeiani d’oggi sono per caso figli di un Dio minore?

A questo punto la protesta contro questo stato delle cose va sollevata direttamente dal Presidente EAV De Gregorio, che dovrebbe farsi carico del problema dello sdoppiamento delle competenze, chiedendo – almeno per il Progetto EAV – una gestione unica.

Intanto dai rumors si apprende che i Lavori ri-cominciano finalmente nel sito della ex Casa di Riposo Borrelli. I lavori sul fabbricato – come è noto, anche se i NO-EAV fingono di non saperlo – devono essere completati come prima opera del Progetto EAV per Pompei, per espressa clausola intervenuta nelle trattative tra EAV e l’Amministrazione comunale, oggi guidata da Carmine Lo Sapio.

E l’EAV – accettando finora supinamente il dipanarsi infruttuoso dei lavori in uno dei due cantieri – evidentemente ha sottovalutato le emorragie di Danaro e di Tempo, costose entrambe, perché arrecano danni e disagi alla Città di Pompei, anche in termini di salute pubblica, vista la perenne cappa di smog da traffico in cui sono immerse intere strade del centro Città. O no?