L’Autore è docente di “Economia e Politiche dell’Ambiente” presso l’Università Telematica Pegaso.
D’ora in avanti una maggiore platea di imprese saranno tenute a rendicontare la loro sostenibilità.
Come ha sottolineato Bruno Le Maire – Ministro dell’Economia e delle Finanze della Repubblica Francese – in merito alla comunicazione societaria sulla sostenibilità richiesta dal Consiglio Europeo, “L’adozione, sotto l’impulso della presidenza francese, di una posizione comune degli Stati membri su questo testo costituisce un nuovo passo decisivo verso lo sviluppo di un quadro normativo europeo per la finanza sostenibile.
Al termine, le imprese con più di 250 dipendenti o quotate in borsa dovranno tradurre la loro politica ambientale, sociale e di governance in documenti informativi standardizzati, motivati e certificati.
Ciò significa quindi maggiore trasparenza per i cittadini, i consumatori e gli investitori cosicché le imprese possano svolgere appieno il loro ruolo nella società”.
La nuova direttiva – che interesserà circa 49 mila aziende in Europa – sarà un’azione di supporto al Green Deal Europeo e regolerà la materia di comunicazione delle informazioni ritenuta utile per i cittadini, i consumatori e gli investitori chiamati a valutare i loro impieghi.
L’adozione dell’European Sustainability Reporting Standards-ESRS, si rende necessaria per avere un sistema di reportistica unico a livello europeo prevedendo 13 standard: 2 di carattere generale, 5 relativi a clima e ambiente, 4 sugli aspetti sociali e 2 riguardanti la governance. L’adozione è prevista entro 18 mesi dall’entrata in vigore, in base ad un calendario che vedrà le aziende impegnate in adempimenti di adeguamento fin dal 1° gennaio 2024.
Tra le principiali novità è prevista l’estensione dell’obbligo di comunicazione societaria sulla sostenibilità a un numero di aziende più ampio (da 11.600 a circa 49.000); viene resa obbligatoria la verifica delle informazioni; vengono introdotti requisiti di rendicontazione più dettagliati; viene introdotto l’obbligo di rendicontare secondo gli standard di sostenibilità dell’Unione Europea; sono richiesti alle aziende sistemi di divulgazione digitale.
A questo proposito va sottolineato che la rendicontazione di sostenibilità non deve essere intesa dalle imprese come un ulteriore adempimento normativo, ma come uno strumento per misurare le proprie performances al fine di un miglioramento continuo dell’organizzazione e dei processi.
Da qui l’auspicio che, anche in forma semplificata e volontaria, le aziende si dotino di un sistema di contabilità per la redazione del bilancio di sostenibilità, intraprendendo azioni di divulgazione quali leve per incrementare l’appetibilità nei mercati dei propri servizi e prodotti.
A fronte di questo nuovo scenario è opportuno sottolineare l’importanza di un intervento legislativo che preveda agevolazioni e contribuzioni per stimolare le imprese non obbligate per legge – che in Italia risultano essere in valore assoluto la maggior parte – a predisporre ed implementare i bilanci di sostenibilità.
Inoltre sono necessarie tre ulteriori azioni di accompagnamento:
- la promozione, tramite la rete delle Camere di Commercio, di azioni di informazione e divulgazione per sensibilizzare gli imprenditori all’aspetto della sostenibilità come leva economica;
- la strutturazione di corsi universitari e post-universitari finalizzati alla formazione di figure con le conoscenze e le competenze multidisciplinari necessarie ad accompagnare le imprese in percorsi virtuosi di miglioramento dei loro target di sostenibilità
- lo stimolo ad aumentare la sensibilità dei consumatori finali ad acquisti di beni e servizi più sostenibili.
Una considerazione finale riguarda un’ulteriore criticità presente nel nostro Paese, cioè il poco interesse della Pubblica Amministrazione ai temi della sostenibilità.
Se avessimo una Pubblica Amministrazione attenta agli aspetti ambientali, sociali ed economici, si sarebbero dovuti da tempo integrare i bilanci economici-finanziari degli Enti con bilanci di sostenibilità fondati su elementi concreti ed indici standardizzati, tramite i quali valutare le premialità degli uffici e delle risorse umane.
E’ pertanto il momento in Italia di iniziare concretamente a rendicontare e comunicare la sostenibilità degli Enti e delle aziende, evitando di continuare ad enunciare teorie, politiche, programmi e buone pratiche senza però poterne dare attuazione per la “mancanza di una cultura della sostenibilità”.