Il tratto di mare “Nisida-Coroglio” è tornato balneabile. I campioni aggiuntivi di acque di balneazione prelevati dall’Arpac lo scorso 13 settembre, a seguito dei valori fuori norma registrati il precedente 7 settembre a causa dell’attivazione dello scolmatore di Coroglio, dovuta alle forti piogge, sono risultati infatti tutti conformi alla normativa. Come anche quelli ordinari di Portici, Mondragone, Castel Volturno, Montecorice, San Mauro Cilento, Pollica, Casal Velino e Castellabate.
Nessun valore sopra soglia, quindi, nelle acque di Via Partenope e di Posillipo, dove pure erano state riscontrate criticità per la presenza di rifiuti galleggianti e per la scarsa trasparenza delle acque. Piuttosto, valori elevati di clorofilla, indice di abbondante sviluppo fitoplanctonico.
Quello dell’inquinamento marino dovuto alle forti piogge, che ogni tanto attivano gli scolmatori delle reti fognarie, è un problema ben noto e di non facile soluzione. Non spetta all’Arpac intervenire sulle cause ma “in ogni caso, si può ancora una volta ribadire che questi fenomeni mettono in evidenza locali criticità infrastrutturali della rete fognaria di tipo misto, dove cioè confluiscono acque pluviali e fognarie, e talvolta la mancanza di manutenzione opportuna degli scarichi pluviali con criticità che impattano purtroppo, sia pur occasionalmente, sulla buona qualità della risorsa mare, da tempo in progressivo miglioramento”. Ha dichiarato il direttore generale dell’Agenzia, Stefano Sorvino.
Che cerca di fare chiarezza anche su un altro punto. “E’ utile ricordare che, in situazioni di verosimile impatto negativo sulla qualità delle acque di balneazione, i sindaci hanno la possibilità di adottare divieti preventivi di balneazione, senza necessariamente attendere i risultati dell’Arpac per i quali occorrono due giorni dallo svolgimento dei prelievi. I divieti possono essere revocati quando successivamente, una volta rimosse le cause che impattano sulla qualità delle acque, gli accertamenti Arpac abbiano dimostrato il ripristino della balneabilità”.
In altre parole, l’Arpac procede quanto prima ai prelievi e alle analisi (che però hanno un tempo tecnico minimo di due giorni), ma i sindaci possono intervenire subito se ritengono che la situazione lo richieda.
Quanto alla diffusione dei dati dei monitoraggi effettuati, nelle more del ripristino dei sistemi informatici dell’Arpac si stanno utilizzando i siti del Ministero della salute, della Regione Campania e del Snpa, il profilo Twitter di Arpac e i media. Qualcuno ha sostenuto che la ricerca prima era più agevole (un complimento di fatto all’organizzazione dell’Arpac), ma l’Agenzia risolverà il problema il più presto possibile.