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Il Reno in Germania è sotto il livello di guardia, causa siccità. Di 30 centimetri nel tratto più stretto e di minor pescaggio a Kaub, a ovest di Francoforte. Lungo i 1.300 km che scorrono tra la Svizzera e l’Olanda, passano grandi quantità di tutte le materie prime essenziali per l’industria pesante e agroalimentare tedesca e non solo. Un problema per il sistema di approvvigionamento logistico nordeuropeo che può essere un’opportunità per il Mediterraneo e la portualità italiana.
A dirlo è Alessandro Santi, Presidente della Federazione italiana degli agenti e raccomandatari marittimi (Federagenti). BASF e Thyssengroup, due grandi dell’industria tedesca, starebbero infatti gravemente risentendo della crisi nella catena di approvvigionamento delle materie prime essenziali, con costi cresciuti da 20 €/ton a 110 €/ton. Il Governo tedesco avrebbe già imposto alle ferrovie di garantire la priorità al traffico delle materie prime rispetto a quello passeggeri.
L’Italia, grazie a porti e retroporti efficienti, investimenti su insediamenti industriali e produttivi nelle aree portuali, implementazione concreta delle ZES/ZLS, potrebbe svolgere un ruolo strategico, ambientalmente sostenibile, per affrontare i prossimi decenni di un mondo economico che si prospetta completamente nuovo.
“Ma nulla accade automaticamente”, conclude Santi, che auspica venga attuata “una vera e seria politica del mare”.