Tante le discussioni nelle ultime due settimane sui divieti temporanei di balneazione in alcuni tratti di costa campana, da Sorrento e Sant’Agnello fino a Napoli. Perché le analisi non si fanno immediatamente e i risultati non arrivano subito? Perché i divieti di balneazione non sono tempestivi e non vengono tempestivamente revocati? Perché è tutto così lento e macchinoso? Insomma, cosa fa l’Arpac?
Già cosa fa l’Arpac? E’ giusto che ci si ponga questa domanda, soprattutto se gli occasionali problemi di balneabilità scoppiano in pieno agosto fregando le nostre vacanze e gli affari degli operatori turistici. E’ giusto che non ci si limiti ad applaudire quando alla Campania vengono assegnate le (tante) bandiere blu. Però, forse, ci si dovrebbe prima interrogare sulle cause del pur limitato inquinamento costiero e su chi avrebbe dovuto e dovrebbe fare cosa. E qui l’Arpac c’entra poco. C’entrano in primo luogo i gestori del ciclo dell’acqua. Stiamo parlando della vetustà delle reti fognarie, della loro eventuale inadeguatezza, dei necessari investimenti che comunque paghiamo in bolletta.
Ma torniamo all’Arpac. Cosa fa? Lo chiediamo al Direttore Generale, Stefano Sorvino.
Allora Direttore, cosa fa l’Arpac?
Le faccio un esempio. Ieri (22 agosto) il personale dell’Agenzia ha effettuato, con i mezzi nautici di cui dispone, campionamenti in nove punti di prelievo della costa napoletana tra Castellammare di Stabia, Pozzuoli, Torre Annunziata e Torre del Greco, al fine – ovviamente a seconda degli esiti – di consentire la revoca o la conferma degli attuali divieti vigenti per quei punti di balneazione. Inoltre abbiamo svolto, d’intesa con il Comune di Napoli, un controllo straordinario nel mare tra Nisida e Trentaremi, dove a fine settimana scorsa era stata segnalata la presenza di topi galleggianti. Tuttavia, allo stato, la situazione sembra assolutamente tranquilla e priva di anomalie. Ed è continuamente così. Si tratta di un vero “miracolo” organizzativo per quantità e tempestività delle tante attività svolte su un’articolatissima e sensibilissima costa di 500km – ad alta valenza turistica – in presenza di continue ed infinite segnalazioni di amministratori, cittadini ed ambientalisti. Con frequenti speculazioni politiche e mediatiche che, talvolta, fanno da scaricabarile su Arpac.
Ma, concretamente, chi fa questo “miracolo”?
Il personale dell’Arpac, al quale va il mio personale ringraziamento per l’impegno sinergico e coordinato. Della squadra di Lucio De Maio, che con abnegazione gestisce ben otto natanti dislocati su tutta la costa e di volta in volta impegnati. Dei tecnici prelevatori dei Dipartimenti costieri di Caserta, Napoli e Salerno, che effettuano i campionamenti a mare con delicate metodiche. Dei tecnici dei laboratori per le acque dei rispettivi Dipartimenti, che effettuano le determinazioni analitiche cui segue la relativa validazione, comunicazione e pubblicazione dei dati. Questo in un periodo che, per molti lavoratori, è di ferie.
Eppure sono fioccate le polemiche.
Quanto più migliora e diviene elevata la qualità delle acque, come è avvenuto in Campania – con le tante bandiere blu ma anche in contesti una volta degradati come il Litorale Domitio-Flegreo – tanto maggiore è l’attenzione e sono gli interventi di controllo. Perché’ basta poco a scatenare immediate preoccupazioni. In realtà il mare della Campania è molto ben monitorato e l’Arpac è una delle poche Agenzie che dispone di una moderna flottiglia, di notevole livello tecnologico, a gestione diretta. Altre Agenzie usufruiscono di un servizio esternalizzato a noleggio, oppure operano i campionamenti dalle spiagge. I mezzi nautici a gestione diretta permettono una gestione più rapida, agile e flessibile su tutta la costa, consentendoci di intervenire velocemente in emergenza, anche in considerazione dei lunghi tratti di costa alta difficilmente raggiungibili da terra.
Quanto ai tempi delle analisi?
I tempi tecnici delle analisi laboratoristiche sono normalmente di 48 ore. Due giorni. L’Arpac comunica i risultati delle analisi, effettuate a seguito di prelievi assolutamente tempestivi, in soli due giorni. In ogni caso i Sindaci, con i quali esiste una continua e proficua collaborazione, in circostanze eccezionali possono vietare temporaneamente la balneazione anche prima dei prelievi dell’Arpac.
Ok, ci siamo fatti un’idea di cosa fa l’Arpac e di come lo fa. Ci sembra che, con tutte le riserve del caso, sia una risorsa indispensabile e non certo un problema. Per quel che vale, ci uniamo ai ringraziamenti rivolti ai lavoratori dell’Agenzia.