Il 6 luglio scorso, il Direttore Generale Stefano Sorvino ha approvato il bilancio consuntivo dell’Arpac per l’esercizio 2021. Risultato: sostanziale pareggio di bilancio. Ottimo, direte voi, gli Enti pubblici che non chiudono in perdita sono una rarità, ma in Agenzia si parla addirittura di miracolo. Diamo un’occhiata ai numeri e cerchiamo di capire perché.
La pandemia ha comportato spese aggiuntive per circa 1,3 milioni di euro. La Regione Campania non ha ancora operato i trasferimenti aggiuntivi richiesti, rispetto a dotazioni storicamente sottodimensionate. Le prestazioni dell’Arpac hanno registrato un cospicuo (costoso) incremento. Con queste premesse era lecito attendersi un risultato negativo di alcuni milioni di euro, invece, su una gestione di 61,736 milioni, il 2021 si è chiuso con un disavanzo irrisorio: 397.000 euro. Peraltro, di fatto compensato dall’avanzo registrato dalla società partecipata ARPAC Multiservizi per 321.000 euro. Come detto: sostanziale pareggio.
Più nel dettaglio, le principali di voci spesa dell’Arpac sono: Il personale (32milioni); la partecipata Arpac Multiservizi (quasi 15 milioni); laboratori ed uffici (oltre 12 milioni).
Arpac conta attualmente 532 unità in servizio a tempo indeterminato (64 dirigenti e 468 dipendenti di comparto), oltre ad 11 co.co.co. Dovrebbe averne di regola 780 (per tacere dei nuovi e maggiori compiti che le vengono continuamente attribuiti), gliene mancano quindi circa 250.
Quanto all’Arpac Multiservizi, che concorre al bilancio consolidato dell’Arpac che ne è socio unico, ha ripianato interamente il debito pregresso (oltre 25 milioni di euro) uscendo da una situazione drammatica che aveva portato alla liquidazione volontaria, poi revocata. L’Arpac è dunque riuscita a raddrizzarne la barca rinnovandone la “governance” e rifunzionalizzandola rispetto alle proprie esigenze di supporto in una sorta di global service. Tuttavia, la Multiservizi costituisce ancora una gravosa peculiarità a carico dell’Agenzia con i suoi 15 milioni di euro annui di costi.
La pandemia ha pesato gravemente sull’Arpac, attesa la sua complessa organizzazione tecnica e gli obblighi di continuità dei servizi di controllo e monitoraggio ambientale. Questo sia per la necessità di una nuova rete informatica per supportare il lavoro a distanza, sia per l’altrettanto necessaria dotazione di dispositivi di protezione individuale per il personale, per le continue campagne di sanificazione degli ambienti e per i controlli sanitari. Inoltre, le accresciute attività istituzionali, ordinarie e straordinarie, hanno ovviamente comportato significativi nuovi costi. Costi per diversi milioni di euro anticipati dall’Agenzia, sia nei confronti della Regione che di varie Autorità giudiziarie, e divenuti crediti spesso andati in perenzione da riscrivere in bilancio.
Tuttavia, e questo sarebbe il miracolo, la politica adottata di contenimento e razionalizzazione delle spese, di risparmio nella gestione, di notevole incremento di attività autofinanziate e di progetto e, soprattutto, di recuperi straordinari di crediti e risorse proprie, ha consentito di raggiungere il sostanziale equilibrio, con un’apprezzabile liquidità che ha permesso di evitare l’accollo di interessi passivi. In questo quadro, inoltre, è stato consolidato l’indicatore di tempestività dei pagamenti (I.T.P.) delle transazioni in 5,375 giorni. Cioè l’Arpac paga e paga presto.
In definitiva, sembra di poter dire che il 2021 di Arpac, sotto l’aspetto economico finanziario, sia andato bene. E per quanto riguarda il conseguimento degli obiettivi di produzione? Ve lo diremo la prossima settimana.