Oggi, martedì 5 luglio, presso il piano nobile di Villa Bruno a San Giorgio a Cremano, viene presentata la XXII edizione del premio Massimo Troisi. Dal 12 al 16 luglio la cittadina vesuviana sarà il cuore della comicità nel nome di due dei suoi più famosi cittadini, Troisi ma anche Noschese. Ci saranno ospiti e nomi di interesse nazionale come Ale e Franz, Ezio Greggio, dato che il premio ha come sottotitolo: osservatorio sulla comicità.
La prima edizione fu istituita nel 1996, a due anni dalla morte dell’attore, nel tempo è cresciuta e si è affermata non solo come momento di ricordo di Troisi ma soprattutto come vetrina per giovani attori comici emergenti. Non a caso dal 2003 una sezione è dedicata ai lavori delle scuole, premiando il miglior cortometraggio studentesco.
Eduardo Cocciardo, nel suo testo L’applauso interrotto: poesia e periferia nell’opera di Massimo Troisi, mette bene in evidenza la stretta dipendenza tra il territorio di provenienza e la comicità di Troisi. La crescita demografica del secondo dopoguerra fa sì che San Giorgio compia uno spostamento rivoluzionario verso la città. Da paese agricolo, disseminato di casali, San Giorgio ad Crematum diventa la nuova periferia di Napoli, meno degradata, ma pur sempre dipendente dal centro.
Sebbene lontani dagli stimoli culturali della grande città, i giovani che vi abitano, come appunto Troisi, Arena ed il porticese De Caro, hanno fatto dello spazio domestico, fosse esso l’oratorio o il piccolo teatro, il luogo della riflessione e della crescita culturale ed umana. Gli angusti limiti di una cittadina di provincia sono stati, in sostanza, anche un modo per vivere in piena libertà le proprie esperienze.
E’ una cittadina ridente… dicono tutti quanti accussì… però è bella. Sono legato particolarmente a San Giorgio a Cremano perché mi ha aiutato assai nel lavoro che faccio. Pecchè molte cose le piglio da quello che succede a casa, da quello che aggio imparato proprio là. (Troisi, Il mondo intero proprio, a cura di M. Giusti)
La città, quindi, ogni anno rinnova questo legame anche se esso vive sempre e comunque, serpeggia in ogni angolo, in ogni evento. A partire dall’intitolazione di piazze e scuole, dalla ricostruzione della casa natale, dalla statua con l’iconica bicicletta de Il postino. Insomma San Giorgio cerca di restituire ciò che ha avuto, memore di ciò che ha dato, ma riconoscente per la fama di ritorno. Sperando in un nuovo Troisi o per meglio dire in una nuova forma di comicità che sappia ironizzare sui tempi moderni come negli anni ’70, ’80 seppe fare Massimo. I classici, nell’interpretazione migliore del classicismo, devono essere modelli da superare non da imitare.
Il Premio Massimo Troisi spera in questo.