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Il secondo round dei negoziati ucraini

by Pietro Spirito
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Oggi comincerà, ai confini tra Bielorussia e Polonia, il secondo round dei negoziati per cercare una soluzione pacifica alla crisi ucraina.

Non sarà facile trovare il punto di equilibrio tra le dure richieste russe e la dignitosa resistenza degli ucraini. Al tavolo della negoziazione Vladimir Putin ha alzato l’asticella in modo intollerabile: inserimento in costituzione ucraina della neutralità, smilitarizzazione, dichiarazione di permanente estraneità alla NATO, riconoscimento dell’annessione della Crimea, ampio regime di autonomie per le repubbliche del Donbass. Praticamente, una resa senza condizioni.

Su queste basi, che sono state esplicitate nella prima tornata delle trattative, non esistono le condizioni per raggiungere un accordo.

Ora pare che i russi porteranno sul tavolo anche il cessate il fuoco: questo elemento, se si materializzerà, sarà certamente un passo in avanti; in qualche modo è anche un riconoscimento delle difficoltà militari incontrate dagli aggressori nella prima settimana di guerra.

Per raggiungere la pace, manca però un mediatore. Anche oggi le due delegazioni si siederanno al tavolo confrontandosi senza un soggetto che possa svolgere un ruolo di equilibrio e di terzierà. Ma chi può svolgere questo ruolo che in ogni negoziato di pace assume una rilevanza significativa?

Se ci si dovesse rivolgere ad una singola persona, Angela Merkel potrebbe essere la soluzione, perché storicamente ha sempre tenuto buoni rapporti con Putin e con la Russia, ma rappresenta al tempo stesso gli interessi della Unione Europea.

Proprio quest’ultimo aspetto potrebbe essere un punto di debolezza. E allora bisognerebbe che scenda in campo un soggetto nazionale con grande peso specifico: la Cina, che dopo una prima fase di deciso sostegno a Putin sta manifestando negli ultimi giorni maggiore interesse per una composizione pacifica del conflitto.

Siamo su un crinale delicato. Mentre continuano a parlare le armi e le bombe, si apre ancora uno spiraglio per la diplomazia. Serve una forza che sia capace di far comprendere ai contendenti il supremo interesse dell’umanità per la pace: viviamo ancora sotto la coltre della minaccia atomica. Il sorvolo di aerei russi sui cieli svedesi, svoltosi ieri, indica la pericolosa possibilità di una escalation ulteriore del conflitto. Non sarà facile rompere l’inerzia della guerra. Quando si rompe il vaso di Pandora, rimettere assieme i cocci è sempre difficile.