fbpx
Home Recensioni Volontà nobili, incontro con Imperatrice Bruno

Volontà nobili, incontro con Imperatrice Bruno

by Francesca Carotenuto
0 comment

 

Imperatrice Bruno è nata ad Ariano Irpino, Avellino, nel 2001. Dopo il suo debutto con “Costellazioni di emozioni” (2018, Aletti editore), pubblica nel 2021 la raccolta poetica “Caratteri Interi” (Nulla Die) e nel 2022 con la stessa casa editrice “Volontà nobili”. I suoi versi sono stati premiati, tradotti in diverse lingue e riportati su testate giornalistiche internazionali.

 

Com’è nata la passione per la poesia?

La poesia è sempre stata nel mio cuore come brace latente e pericolosa. A sei anni scrivevo filastrocche per mamma, per le mie maestre, mi esprimevo col modo semplice di parola. Si è rivelata poi nell’adolescenza, tra i banchi di scuola, mi ha chiamato e mi ha detto ‘ora amami sul serio e smetti di giocare’. Ho capito che dovevo scrivere poesia quando ho cominciato ad avere cognizione delle mie necessità, perché nel ventre caldo della notte per me scrivere, darmi, concedermi alla poiesis era necessità. Tuttora il rapporto che vige con quest’arte è quasi di sudditanza: quando un verso preme o una visione si affaccia fermo la mia giornata per dare fiato alla voce profetica, alla sua identità.

Le tue poesie sono personali ed intime: cosa ti spinge a condividerle e cosa desideri trasmettere?

Fino a qualche anno fa vivevo un profondo disagio e quando si leggevano le mie poesie in pubblico e ad alta voce mi sentivo nuda, esposta nell’intimo a degli sconosciuti. Col tempo, lo studio, l’esercizio e la “contemplazione”, sono arrivata a percepire le poesie come elemento artistico di unione ed elevazione: non sono più io a essere presente ma un semplice essere umano che con altri esseri umani fa esperienza di bellezza e verità. Questo è quello che voglio trasmettere: Bellezza e Verità.

C’è ancora spazio per la poesia, oggi?

C’è sempre spazio per le cose belle. La Verità è presente, la Bellezza s’insinua, anche clandestinamente, nel contesto più disumano. La poesia sorge proprio per portare l’umano, per accentrare e accentrarsi nel fuoco reale. E la mia missione è la ricerca di questo fuoco, di questa luce bianca che possa rivelarmi le cose del mondo. La poesia richiama, come la voce di una mamma al bimbo perso e spaventato, è un fiato, un linguaggio, un sospiro che non può essere soffocato.

C’è un poeta in particolare che ti ha ispirato?

Un poeta che ho scoperto da piccina e che senza accorgermene mi fece bagnare la pagina di lacrime, Vincenzo Cardarelli. A quel periodo riconduco anche i miei primi esperimenti poetici da miccia emotiva.

A quale sei più affezionata?

C’è un metodo infallibile per la vita:
al mattino scalzi
scrivere poesie su una scala in pietra.
Contemplare la luce azzurra che ci sfiora,
fuori il silenzio, l’alba cruda,
mangiare un’anima di limone.
Pettinare i muscoli e i capelli nudi,
esplorare con la mano
la rotondità dell’uva

infine,
abbreviare la scala.

da Volontà nobili, Nulla Die editore- gennaio 2022