Ieri, su questo giornale, è stato pubblicato l’articolo di Luigi Gravagnuolo dal titolo “Ancora sull’emergenza” (https://www.genteeterritorio.it/ancora-sullemergenza/). Vi invito a leggerlo, perché pone due questioni importanti sulla gestione attuale e futura della pandemia. Questioni sulle quali è utile, direi addirittura necessario, confrontarsi. Il rischio del pensiero unico è sempre dietro l’angolo.
I temi sollevati riguardano l’opportunità di prorogare lo stato di emergenza e la possibilità di consentire alle persone non vaccinate di svolgere la propria vita sociale. Il timore che traspare è quello di un’immotivata compressione delle libertà individuali che potrebbe portare a conseguenze di lungo periodo.
Non è una preoccupazione peregrina, in relazione agli enormi interessi economici in gioco ed all’attuale assetto politico del nostro Paese, di fatto privo di opposizione parlamentare.
E però. Se è vero che le Big Pharma (si può usare questa espressione senza passare per complottisti?) stanno ricavando dai vaccini utili spaventosi. Se è vero che la sperimentazione vaccinale è di fatto in corso su tutti noi. Se è vero che la politica e l’industria italiane hanno messo in piedi un sistema comune di gestione della spesa legata al Pnrr. E’ anche vero che i vaccini, con tutti i loro limiti, stanno salvando la pelle a tantissima gente. Che i non vaccinati rappresentano un rischio concreto per la salute pubblica. Che l’attuale Governo sta dando, in generale, buona prova di sé.
Tecnicamente parlando, effettivamente non pare oggi necessario prorogare lo stato di emergenza. A meno di varianti che facciano precipitare la situazione. Ma non sembra di scorgere all’orizzonte reali pericoli autoritari.
E allora, vi prego, vacciniamoci tutti. E chi non vuole, per cortesia, non stia troppo vicino.