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Tirrenia, Dakar e Fit for 55

by Francesco Vorro
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Arbitrato Tirrenia-Moby. La Cin è stata condannata a pagare circa 160 milioni di euro oltre interessi alla Tirrenia in amministrazione straordinaria. Il lodo parziale del Collegio arbitrale, reso noto ieri 2 dicembre, ha stabilito infatti la sussistenza e l’esigibilità del credito vantato da Tirrenia. Sarà il lodo definitivo a pronunciarsi sulle somme residue vantate. La decisione fa seguito al sequestro di 20 milioni di euro disposto dal Tribunale di Milano.

Dakar 2022. La Ignazio Messina & C. è l’official carrier del Rally Dakar 2022 Saudi Arabia. Il Gruppo armatoriale genovese ha già messo a disposizione le tre navi: la Jolly Quarzo, la Jolly Titanio e, se necessario, una parte di stiva della Jolly Perla. Partenza da Marsiglia con destinazione Jeddah, in Arabia Saudita. La Ignazio Messina curerà anche la logistica e il trasporto di tutte le auto che parteciperanno al Rally e di ogni equipment delle varie scuderie iscritte. Ovviamente si occuperà anche del ritorno, previsto per fine gennaio.

Fit for 55. “La Ue sta sbagliando strada, le norme sullo shipping del Pacchetto Fit for 55, quelle per abbattere le emissioni delle navi, non aiuteranno l’ambiente e affosseranno l’economia”. Parola del Presidente di Assarmatori, Stefano Messina, al Forum Internazionale di Conftrasporto dello scorso novembre. Ci si riferisce alle misure presentate a luglio dalla Commissione europea per la riduzione delle emissioni. Per spingere all’uso di fuel green, si prevedono misure fiscali come l’estensione al trasporto marittimo del sistema europeo di scambio delle emissioni (EU Emission Trading System – EU-ETS) e l’introduzione, a partire dal 2023, di una tassa da applicare a tutti i carburanti venduti nell’area economica europea, con l’opzione, per gli Stati Membri, di estensione anche ai viaggi internazionali. “Lo shipping internazionale che attualmente scala i porti europei cercherà di eludere le nuove imposizioni evitando di toccare i porti europei e scalando invece gli hub già esistenti ai confini dell’EU”, prosegue Messina. E l’aspetto più grave sarebbe che questa impostazione non aiuterebbe a ridurre le emissioni “perché mancano le tecnologie, i fuel alternativi e le reti di distribuzione”.