Francesca Menna fu eletta anni fa consigliera comunale a Napoli con i 5Stelle. Poi lasciò il Movimento e si dimise dal Consiglio. Successivamente, forse in virtù di un accordo tra il Presidente Fico e il Sindaco De Magistris, diventò assessora. Oggi, è nuovamente candidata al Comune di Napoli nella lista dei 5Stelle per Gaetano Manfredi Sindaco.
Ci spieghi questo percorso?
Io sono stata tra i fondatori a Napoli del M5Stelle e quindi nel 2016 mi sono candidata e sono stata eletta. Nel Movimento, che aveva una struttura liquida senza ruoli, erano entrate moltissime persone che avevano un’ideologia di estrema destra e questo già mi creava qualche difficoltà. Ma quando venne stretta l’alleanza di Governo con la Lega, la situazione per me divenne insostenibile, perché io sono sempre stata una donna di sinistra, e non me la sono sentita di continuare per cui sono tornata a fare il professore universitario. Poi De Magistris mi chiamò a far parte della Giunta come tecnico, e non credo ci sia stato un accordo con Fico, offrendomi la delega agli animali, alla salute e alle pari opportunità – cioè i temi dei quali mi ero sempre occupata – ed io accettai. Dopodiché è successo che i rappresentanti della comunità lgbt sono andati da Manfredi e da Fico dicendo che li avrebbero assolutamente appoggiati se io fossi stata candidata. Per cui Roberto, con il quale il nostro rapporto di confronto politico è sempre rimasto in piedi, mi ha spiegato come Conte stia cercando di occupare un nuovo spazio politico facendo anche, e questa cosa mi è piaciuta molto, ammenda delle proprie contraddizioni. Uno spazio ben definito: il centrosinistra. Mi ha convinto ed eccomi qua.
In squadra con Manfredi. Ma perché pensi che Manfredi sarebbe un buon Sindaco?
Io ho veramente una enorme stima e fiducia in Manfredi. Conosco la sua abilità nel gestire la complessità. Non solo come Rettore della Federico II, che già di per sé è una complessità con la C maiuscola, ma come presidente della CRUI e come Ministro. E’ un tecnico che ha dimostrato di avere una visione, a cominciare dal ruolo dell’università come volano del cambiamento della città.
Quali dovrebbero essere le priorità della prossima amministrazione comunale?
Prima di tutto la macchina comunale stessa. Perché oggi è come fare politica senza braccia e senza gambe. Non è solo una questione di assunzioni ma anche di formazione, per poter disporre di bravi dirigenti che abbiano una visione sistemica. Quindi la salute. Il vero tema dei prossimi anni sarà quello della riabilitazione post Covid e bisognerà offrire ai cittadini che ne avranno bisogno una serie di servizi finalizzati al loro recupero. Evidentemente interagendo con le strutture sanitarie in senso stretto. Poi il mare. Napoli è una città con il mare ma non di mare. Le spiagge libere sono poche ed hanno un’accessibilità impossibile. Da assessore mi sono occupata della Gaiola, che rientra in un’area marina protetta con tanto di museo sommerso, che veniva letteralmente presa d’assalto. Allora ho stretto una convenzione con l’Onlus della Gaiola e con l’Autorità portuale proprietaria e abbiamo stabilito ingressi contingentati con prenotazione online, vietando di portare vuoti a perdere e disperdere qualunque rifiuto. E’ bastato ridurre l’afflusso e dettare poche regole, che da giugno ad oggi ci sono stati 13.500 bagnanti e 0 rifiuti. I biologi marini assicurano che c’è stato un grande recupero dell’ecosistema dei fondali. All’inizio un atto impopolare, poi è arrivata in assessorato una quantità incredibile di e-mail di gente che ringraziava. Quindi ho fatto la stessa cosa per la spiaggia delle Monache ed ho fatto stanziare fondi per rendere accessibile ai disabili la rotonda Diaz, la cosiddetta Mappatella Beach.
Tu rappresenti anche alcune istanze in particolare. Hai accennato prima alla comunità lgbt, io aggiungo gli animalisti.
Si, come assessore sono riuscita a costruire un canile dinamico che, per come funziona, penso abbia pochi eguali in Europa. Perché è l’espressione di quello che l’OMS chiama One Health, ossia la salute globale partendo dai bisogni dei più disagiati, mettendo in relazione l’uomo con l’ecosistema. E l’ecosistema urbano che è fatto anche dagli animali, che sono importantissimi per l’equilibrio psicofisico dell’uomo. Non solo, quindi, accudimento dell’animale contro il randagismo e per la sanità pubblica, ma volano per migliorare le condizioni di fragilità che esistono nella popolazione. Quanto alla comunità lgbt, essa rappresenta una risorsa immensa ma viene considerata una categoria completamente inesistente. Durante il mio mandato sono riuscita ad inserire anche queste persone nel piano sociale di zona, mentre prima sembrava non esistessero, rientravano nelle povertà emergenti. Le persone lgbt esprimono bisogni ed esigenze che, nella società in generale e nella città in particolare, proprio non esistono, non sono contemplate. Prima di tutto quella del lavoro. Uscire da questo stigma è un’altra sfida per il nuovo Sindaco.
Ipotizziamo che Manfredi vinca. Tu tornerai a fare l’assessore?
Se me lo dovesse chiedere, si. Lo farei con piacere.
E cosa rispondi a quanti pensano che, con Manfredi, il vero sindaco di Napoli sarà De Luca?
Manfredi è un uomo di pensiero, un intellettuale, ma anche un uomo fermo e forte. Una persona capace di ascoltare in maniera strategica ma che non si fa guidare.