Uno dei grandi vantaggi della tecnologia è poter fare un reportage da cinque o sei stazioni Italiane senza muoversi da casa. Un grazie a Local Team che con grande professionalità ha ripreso gli accadimenti odierni e consentito tale impresa. Doveva essere l’apocalisse ed è stata una passerella. Niente stazioni occupate, niente binari chiusi. Solo tanto disagio e cordoni di polizia. Però un’analisi possiamo provare a farla.
Attenzione, non c’erano solo no vax. Questo era un gruppo più ampio e variopinto. Che andava da chi non sopportava le discriminazioni, ma era vaccinato, a chi credeva – letteralmente – che l’Italia fosse una Corporation (all’Inglese, perché ci ha tenuto a precisare che le Corporation non sono società) e non una Repubblica. Insomma, di tutto e di più. Ma, ovviamente, il dato rilevante è quello numerico.
Milano ci illustra perfettamente la situazione. Attorno alle 14,45 (inizio manifestazioni 14,30) una gentile signora si guarda attorno stupita. Non c’è nessuno, o quasi, ma arriveranno. Ci sono, ci sono sicuramente. Solo che, beh, non sono là. Ma se ci credi, ci credi per davvero, arriveranno. Purtroppo per lei la cavalleria non si è vista. Si è visto però un baldo giovine con capacità oratorie notevoli recitare a memoria tutti, dico tutti, i post complottisti degli ultimi dieci anni. Una memoria enciclopedica, uno sfoggio di competenza su tutte, e dico tutte, le teorie più in voga. Scie Chimiche, Bill Gates, Big Pharma. Un uomo ammirevole nella sua eclettica conoscenza di cose segretissime. E generoso anche, perché le urlava contro una platea di giornalisti che non parevano dare il dovuto conto a tanta erudizione. Per il resto piazza con una media di tre giornalisti per ogni manifestante.
Torino, invece, ha visto l’unico episodio spiacevole, con un ragazzo arrestato alla fine di un breve alterco con degli agenti. Il motivo non era chiarissimo, ma di sicuro si sono viste manette e volante di servizio. L’impressione è che la piazza torinese fosse la più gremita fra quelle maggiori, si sono vissuti anche attimi di tensioni ad una entrata laterale della stazione. Parole poche e molto irate. Forse i più forti, ma certamente non i più coinvolgenti.
Napoli, signori, Napoli ha offerto uno spettacolo di altissimo livello. Davvero, da prendere appunti per dignità, ars rhetorica, capacità di improvvisazione. Dunque, la scena che si presentava ai reporter era questa: due signori, avanti con gli anni ma di età indefinibile, che sbandieravano come pazzi urlando slogan contro i vaccini. Da soli. Nel pieno dell’entrata della stazione di Napoli Centrale, che piccola non è. Perfettamente a proprio agio nel nulla cosmico. Avvicinatisi i reporter (tasso di superiorità numerica di dieci a uno) il capo dei due ha solennemente elencato le seguenti proposizioni di altissimo momento: 1 – Loro erano del Movimento Idea Sociale. Unico movimento nazionale ad appoggiare i no vax. 2 – Non è affatto vero che non ci fosse gente in piazza, nossignore. Loro, con la loro indiscussa autorità morale, avevano tenuto tutti a casa per proteggerli dalla polizia. 3 – Loro, nel senso di loro due, erano là solo per adempiere al sacro dovere di rispondere alla stampa.
E qua signori, giù il cappello. Che cos’è il genio? Il genio è questo: quindici minuti tra sbandieramento, adescamento dei media pronti a intervistare qualsiasi cosa si muovesse, intestazione dell’intero movimento e auto-attribuzione del ruolo salvifico di moderatori della folla. E tutto senza inciampare su mezza parola, senza confondersi e senza cadere in complotti onirici. Poi tutti a casa, a registrare i TG che ti mandano in onda. Napoli nettamente due passi sopra le altre piazze.
Roma, debbo dirvi, poco frequentata. E rappresentata degnamente da una signora che mai si è curata in 83 anni e riteneva che, in virtù di questo, il vaccino le sarebbe stato certamente di nocumento.
E così si chiude una giornata senza scontri, senza manifestazioni e senza alcun senso. Persa in un calendario che, ahimé, assai ne contiene con le medesime caratteristiche.