Dal 12 giugno all’11 luglio si svolgerà il Campania Teatro Festival. La manifestazione diretta da Ruggero Cappuccio è un’evoluzione del Napoli Teatro Festival, in quanto si proietta sull’intero territorio regionale. Si tratta di 150 eventi, all’aperto ed in totale sicurezza. Il centro della manifestazione è Il Museo e Real bosco di Capodimonte, dove si svolgerà il progetto Il sogno reale. I Borbone di Napoli. In ogni luogo del sito prescelto ci saranno eventi legati ad una tematica. Ad esempio nella Manifattura della porcellana ci sarà la sezione letteratura. Nel giardino paesaggistico di porta Miano la sezione Osservatorio. Il ricavato della sezione Musica sarà devoluto all’Ospedale Cotugno. Ma saranno coinvolti anche il Teatro grande di Pompei, il Belvedere di San Leucio, il Chiostro del Duomo di Salerno, l’Anfiteatro Romano di Avella, il teatro Naturale di Pietrelcina, l’antico borgo di Montesarchio. Il Maestro Mimmo Paladino ha interpretato l’anima dell’evento realizzando un’opera d’arte declinata in sei quadri. Il festival Campania Teatro Festival conferma l’oculata politica dei prezzi con biglietti da 8 a 5 euro (gratuiti per le fasce sociali deboli), perché la partecipazione sia la più ampia e trasversale possibile. Il calendario completo degli eventi è su campaniateatrofestival.it.
Mi vorrei soffermare sul titolo della manifestazione, Il teatro rinasce con te. Sappiamo quanto abbiano sofferto i lavoratori dello spettacolo in questo terribile anno e mezzo di pandemia. Tutto sospeso, tutto rimandato. Il teatro rinasce ma non è solo rinascita dello spettacolo è rinascita dello spettatore.
Aristotele, nella Poetica, parlava di catarsi per descrivere l’effetto del teatro sugli spettatori. Il teatro ha la capacità di liberare, purificare l’individuo dalle contaminazioni ed incrostazioni che lo fanno soffrire. Assistendo ad una rappresentazione che suscita pietà o terrore, ci spiega Aristotele, lo spettatore vive queste emozioni. Questo porta sollievo, liberazione da emozioni simili che sono dentro lo spettatore. Alla fase del coinvolgimento segue una presa di distanza dalle stesse emozioni. Che ci permette di razionalizzarle, pensarle, riconoscerle ed essere consapevoli che sono dentro di noi. Identificandosi negli attori che recitano vicende terribili, gli spettatori si purificano da quei sentimenti, che anche loro provano. Al termine dello spettacolo possono ritornare alle loro occupazioni di tranquilli cittadini più consapevoli delle proprie emozioni.
Abbiamo molto di cui alleggerirci: paura, pietà, isolamento forzato. Se il teatro riuscirà a purificarci da tutto ciò la sua rinascita sarà davvero la nostra.