Dopo le parole di Toninelli, un paio di settimane fa, a proposito del presunto monopolio di Tirrenia sul trasporto marittimo in Sardegna, l’altro giorno è intervenuto il viceministro Rixi con un’intervista televisiva.
Equilibrato e preparato, ha affrontato la questione senza bizantinismi ma con pragmatica chiarezza di metodo e di obiettivi, tracciando la linea per risolvere i conflitti in atto nell’interesse generale. Allora esiste un Governo.
Vediamo cosa ha detto in concreto.
Serve una nuova legge sulle regole di imbarco dei marittimi italiani. Quella che c’è non è al passo coi tempi. Solo MSC, nei prossimi anni, assumerà 35.000 nuovi addetti, a livello internazionale saranno oltre 100.000, e mi piacerebbe che una quota rilevante fosse di italiani. I criteri di concessione della bandiera italiana sono vetusti. La legge si farà quando gli armatori (Confitarma e Assarmatori) saranno capaci di fare sintesi fra di loro.
Per altro verso, per quanto riguarda la continuità territoriale, si può pure discutere di modello spagnolo ma bisogna ricordare i motivi che portarono alla convenzione con la Tirrenia. La compagnia stava fallendo e nessuno voleva rilevarla, andava salvaguardata l’occupazione. Questo non significa che la situazione possa essere prorogata all’infinito. Bisogna sedersi intorno a un tavolo e capire gli obiettivi.
Questa guerra fra Onorato e Grimaldi deve risolversi in qualche maniera per rafforzare l’intero sistema armatoriale del Paese. Il mondo del mare deve capire, perché le regole devono essere comuni e condivise. Mi piacerebbe avvantaggiare i marittimi italiani ma le associazioni armatoriali devono capire che in questo momento la forza del Paese è quella di fare sintesi.
Fin qui, Rixi. Più chiaro di così. Una carezza e uno schiaffo a entrambi i contendenti con invito, gentile ma fermo, a trovare un’intesa. Altrimenti? Non lo dice, ma si intuisce che, in mancanza di un confronto concreto e propositivo, il Governo potrebbe scontentare, suo malgrado, qualcuno. Non si può che essere d’accordo.
Un solo dubbio. I lavoratori non hanno voce in capitolo? Chi li rappresenta? Le nuove regole non possono essere scritte senza il contributo e il consenso di quei marittimi italiani che si pretende di tutelare. Dove sono i sindacati? Troppo interessati a cogestire il regime delle deroghe?
Tornando agli armatori, Vincenzo Onorato ha condiviso in toto la visione di Rixi, ma ha anche affermato che trovare una sintesi con Confitarma è davvero molto complesso. “Per raggiungere risultati concreti ed efficaci è necessario chiarire un principio base: nave battente bandiera italiana, non solo in servizio di cabotaggio nazionale, ma in servizio regolare di linea fra paesi comunitari, deve imbarcare esclusivamente marittimi italiani e/o comunitari”.
Sembra partita la trattativa. D’altronde effettivamente complessa. Solo pochi giorni fa Confitarma ha espresso solidarietà al Toninelli in versione anti Tirrenia, sostenendo che l’attuale convenzione è insostenibile e irragionevole e auspicando il ricorso al modello spagnolo (sovvenzioni dirette all’utenza) per assicurare la continuità territoriale. Invero facendo forse qualche confusione su monopolio, occupazione e contributi per merci e passeggeri. Ma ognuno porta l’acqua al proprio mulino.
Lo scorso 24 gennaio la Cruise Olbia (Grimaldi) ha urtato la Athara Tirrenia (Onorato) nel porto di Olbia. Una constatazione amichevole dell’incidente potrebbe essere di buon auspicio per futuri, se non fraterni, almeno corretti rapporti. Nell’interesse generale.