E’ uscito da pochi giorni, per i tipi di Rubbettino editore, il nuovo libro di Pietro Spirito: “Il futuro del sistema portuale meridionale tra Mediterraneo e Via della seta”.
Il titolo potrebbe far pensare ad uno studio per addetti ai lavori, invece è molto di più. Si tratta di un testo di geopolitica di ampio respiro e di assoluto interesse, capace di analizzare pragmaticamente, com’è costume dell’Autore, in chiave prospettica, un contesto generale strategico in rapporto al concreto potenziale sviluppo (o decrescita, a seconda delle scelte di politica economica che seguiranno) del nostro territorio.
Spirito, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Tirreno centrale, cioè Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia, un passato nelle Ferrovie dello Stato, all’Interporto di Bologna, all’Università Tor Vergata e alla Federico II, dal 2019 docente straordinario in Unipegaso, oggi anche alla guida della Zona Economica Speciale – ZES della Campania, riesce ad offrire un quadro informativo rigoroso e al tempo stesso accattivante, di agevole lettura, che conquista l’attenzione e la curiosità.
Il libro, di circa 200 pagine, si articola in 12 capitoli.
“I mutamenti dell’orizzonte mediterraneo”.
“Il ruolo dei porti meridionali nello scenario mediterraneo”.
“Infrastrutture e servizi di connettività per lo sviluppo del Mezzogiorno”.
“Il disegno strategico cinese verso il Mediterraneo”.
“L’alternativa della rotta artica”.
“Il deficit di politiche europee per il Mediterraneo”.
“La rivoluzione logistica e l’innovazione tecnologica quale driver delle nuove politiche industriali”.
“La digitalizzazione dell’economia logistica”.
“L’evoluzione delle Zes nelle economie internazionali e comunitarie”.
“L’introduzione delle Zes in Italia”.
“Il ruolo potenziale delle zone economiche speciali”.
“La prospettiva mediterranea del Mezzogiorno”.
Valeva la pena elencarne i titoli perché tracciano con chiarezza la rotta (non ho saputo resistere al gioco di parole) informativa, logica e politica sviluppata. Un cenno specifico merita la Bibliografia, testimone di un lavoro di ricerca importante proposto senza ricorso a lunghe note che avrebbero appesantito la trattazione, ma con frequenti citazioni inserite con naturalezza nel testo, come parte naturalmente integrante del discorso.
“Il mare torna a essere prepotentemente il protagonista del primato competitivo tra le Nazioni”, nuova centralità mediterranea (raddoppio del canale di Suez) nell’attuale “radicale discontinuità negli assetti geostrategici”, struttura oligopolistica del mercato (concentrazione di grandi players), “nuova articolazione dei rapporti tra manifattura e logistica (globalizzazione, digitalizzazione) deficit di strategia nazionale ed europea. “Il mare segna tempesta”.
In effetti, il quadro non è rassicurante. L’evoluzione dell’economia globale offre al Mediterraneo e, quindi, ai Paesi che vi si affacciano nuove prospettive di crescita, ma la politica di quei Paesi (e in particolare del nostro) risulta inadeguata e, se non si adegua rapidamente alle mutazioni in corso, il meccanismo dello sviluppo non si rimette in moto.
Spirito ha chiara la differenza tra struttura e sovrastruttura, ossia tra le forme della produzione e l’apparato tecnico e politico di riferimento, però sembra attribuire alla seconda non solo una potenziale capacità di ottimizzazione ma una reale possibilità di determinare i processi. Si tratta di una vexata quaestio. Le crisi economiche strutturali sono sempre di sovraproduzione e quando i mercati sono saturi non resta che distruggere le merci, la guerra insomma, oppure questa è una visione meramente deterministica e le scelte politiche, basate sull’attenta analisi degli scenari generali, possono offrire soluzioni di lungo periodo?
Come detto, l’Autore sembra essere di quest’ultimo avviso e il suo libro, tra mille spunti, offre un angolo visuale analitico lucido e propositivo. Dalle strategie cinesi della One Belt One Road alla sfida lanciata dall’apertura della rotta artica (qui si potrebbe avviare un dibattito epocale sul paradosso del drammatico fenomeno del riscaldamento globale che però porta alla disponibilità di nuove importantissime risorse e il libro, correttamente, vi accenna solo), dall’industria 4.0 al nuovo ruolo della logistica integrata e della portualità, dalla Questione Meridionale alla politica di incentivazione legata alle zone economiche speciali (finalmente dettagliatamente e comprensibilmente illustrata).
Una lettura opportuna per gli operatori del settore, a qualsiasi livello. Per tutti, un’occasione di comprensione di fenomeni generali che intervengono direttamente nella nostra vita quotidiana e nel nostro futuro.
“Il futuro sta nelle mani di quei territori che riusciranno a generare la vitalità necessaria per far germogliare i segnali di cambiamento necessari”.