Anche se la realtà ci ha abituato a non illuderci rispetto alle possibilità di incontro tra culture, Napoli, città eterna, ci salva da questa frustrazione e ci riporta a credere nell’infinita ricchezza che solo le arti possono creare.
Nella raccolta Sala Martucci del Conservatorio San Pietro a Majella, luogo dove la sacralità del suono è racchiusa da secoli, il 15 febbraio le note musicali lasceranno il posto alle parole perché alle ore 16:00 verrà presentato il Master di primo livello in Management e Comunicazione delle Imprese Culturali.
Attesa da due anni, questa possibilità formativa ritorna a Napoli, proprio al “ Regio Conservatorio di Musica” con il patrocinio dall’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli e in collaborazione con Progetto Sonora, associazione operativa in Campania per la produzione e la distribuzione di musica e spettacolo, che agisce cercando di coniugare tali attività con la promozione di beni culturali del territorio e di attività didattiche, e con le oltre venti imprese culturali aderenti a Sistema MED (Musica e Danza), associazione di categoria aderente ad AGIS Campania, ossia all’ Unione Regionale dell’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, anch’essa attiva nel promuovere la conoscenza e la fruizione della musica, oltre che della danza, con concerti e spettacoli e in prima linea nel realizzare attività laboratoriali, lezioni e seminari con artisti nazionali e internazionali.
Da questa ricca sinergia, il successo di tale formazione non può che essere assicurato. Il percorso, che si svilupperà da marzo a ottobre 2019, è finalizzato a fornire a chi parteciperà, conoscenze approfondite su organizzazione, gestione e promozione di attività artistico-culturali da poter spendere in qualità di membri di team direttivi o come consulenti non solo in ambiti specifici, ma anche presso enti pubblici e privati.
La bellezza interdisciplinare dell’iniziativa sta nell’essere aperta non solo agli addetti al settore, ossia a coloro che hanno ottenuto un diploma triennale di primo livello rilasciato da conservatori e accademie, ma anche a chi abbia concluso alternativi percorsi formativi universitari, ossia laureati in Beni culturali, Lettere, Scienze della comunicazione, Economia, Giurisprudenza e DAMS.
Come oltrepassare la soglia di accesso è semplice/difficile a seconda di cosa si porta dentro di sé.
Difatti l’unico test da superare è il colloquio motivazionale. Di lì in poi avrà inizio un turbinio di 1500 ore, di cui 400 saranno di formazione pratica presto istituti culturali dove potranno essere messe in atto le conoscenze acquisite tra le quali gestione delle risorse umane, modalità di funzionamento degli uffici stampa, tecniche di marketing e gestione dei rapporti pubblici. Scritta la tesi di fine percorso, valutata positivamente da esaminatori, si potrà poi essere ufficialmente abilitati a “vivere di arte”. Che espressione curiosa, quest’ultima. Tante, troppe volte, abbiamo detto o ascoltato la frase ” l’Italia potrebbe vivere soltanto di arte”. E altrettante volte sapevamo che quelle parole non potevano essere altro che retorica, essendo cresciuti e vivendo in un Paese che dimentica ogni giorno un po’ di più la sua grandiosa storia.
Ma Napoli ci prova, vuole riemergere dalla vacuità di questo momento, facendo riaffiorare tutta la cultura che la alimenta quotidianamente, come fuoco che arde sotto la cenere, formando persone che possano riuscire a valorizzare quanto ci circonda, usque ad sidera, usque ad inferos. Anche se è rischioso, diamo fiducia alla nostra città!